Non tutti i film colpiscono per l’originalità di quel che raccontano. Non è questo il caso di The Wife – Vivere nell’ombra, in sala dal 4 ottobre con Videa. La narrazione si articola intorno ad una coppia, Joe e Joan Castelman. Lui consacrato autore di successo che deve, in verità, la sua fama alla moglie, vera artefice dei suoi romanzi. Un tema questo che avevamo già visto di recente nel film franco-belga del 2017: “Un amore sopra le righe” (titolo originale Monsieur & Madame Adelman) di Nicolas Bedos. Quel che però colpisce in quest’opera diretta dal regista svedese Björn Runge – tratta dall’omonimo libro della scrittrice statunitense Meg Wolitzer – è la caratterizzazione dei personaggi, la loro introspezione, i conflitti interiori, sospesi tra ragione e sentimento.
L’opera inizia con una telefonata in piena notte, proveniente dall’Europa, con la quale L’Accademia di Stoccolma comunica a Joe Castleman l’assegnazione del premio Nobel per la letteratura. E’ intorno a questo evento che ruota tutto il film: alla preparazione e al soggiorno della famiglia a Stoccolma per la cerimonia di premiazione.
Il soggiorno offre a Joan l’occasione di ripensare ai quarant’anni trascorsi affianco al marito, sempre nell’ombra, alla notorietà e al successo internazionale raggiunto da Joe grazie a quel patto segreto, con il quale Joan ha rinunciato alla sua brillante e promettente carriera di scrittrice (convinta che il successo non le sarebbe mai arrivato in un mondo “maschilista”, quale quello della scrittura, negli anni ‘60) per dedicarsi alla stesura dei libri che il marito pubblicava con il proprio nome. In pratica il collante della loro unione, che, tuttavia, in quel soggiorno (siamo oramai negli anni ’90) inizia a scricchiolare, per rompersi quasi del tutto di fronte all’assegnazione di un premio così prestigioso che sarebbe potuto e dovuto essere di Joan. E’ solo grazie ad un evento drammatico, quale la morte di Joe, a causa di un infarto, avvenuto nell’albergo di Stoccolma, che Joan rinuncia, ancora una volta, alle sue aspirazioni di scrittrice, tornando definitivamente nell’ombra insieme al suo segreto.
Joan ha avuto la vita che aveva scelto, da donna innamorata del professore di scrittura dell’Università, che per lei aveva lasciato una moglie e una figlia, con il quale aveva costruito una famiglia, due figli, di cui il maschio aspirante scrittore in continua lotta con il padre per veder riconosciuto il proprio talento.
Magistrale l’interpretazione dei protagonisti, due colonne portanti del cinema, Gleen Close e Jonathan Pryce. Eccezionale anche la scenografia, curata fin nei minimi dettagli. Se il film appare prevedibile per la storia, non lo è affatto per l’evoluzione psicologica dei personaggi.
Da vedere assolutamente.