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Tagli al Fondo per il pluralismo, Lorusso: «Regolamento di conti del governo contro chi esprime dissenso»

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Il Consiglio dei ministri approva l’azzeramento graduale dei contributi all’editoria. «Così si colpisce il diritto dei cittadini di essere informati», osserva il segretario generale della Fnsi, che auspica: «Il Parlamento faccia valere la propria autonomia e scelga di salvaguardare il pluralismo dell’informazione».
Il Consiglio dei ministri ha approvato l’azzeramento graduale dei contributi all’editoria. In questo modo, è il commento del segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, «il governo conferma, nello schema di manovra, di voler colpire l’informazione e il diritto dei cittadini di essere informati. Più che una misura di contenimento della spesa, si tratta di una guerra a tutte le voci libere e a qualsiasi forma di dissenso».

Per Lorusso, «si illude chi pensa che ad essere colpiti saranno i grandi giornali. A farne le spese saranno le testate no profit, le cooperative senza scopo di lucro, i giornali delle diocesi. Si ammazzano le piccole voci, il pluralismo dell’informazione, i punti di riferimento per intere comunità».

Nell’elenco delle testate nel mirino dell’iniziativa del governo giornali come Avvenire, il Manifesto, il Roma, il Messaggero di Sant’Antonio, una miriade di piccole testate. «Se si considerano i numeri del settore e dell’indotto, circa diecimila posti di lavoro vengono messi a rischio dalla furia cieca di chi, non da oggi, ha deciso di colpire scientificamente l’articolo 21 della Costituzione e il diritto dei cittadini ad essere informati. Un conto è pretendere l’uso rigoroso e trasparente delle risorse, che il sindacato dei giornalisti ha sempre sostenuto, un altro è azzerare tutto», incalza il segretario Fnsi.

«Il combinato disposto 5 Stelle-Lega è devastante per l’informazione – afferma ancora Lorusso –. Da una parte si distrugge occupazione, dall’altra si avviano regolamenti di conti soprattutto con chi pubblica notizie sgradite al governo o, più semplicemente, e si pensi ai tanti giornali cattolici, ha sposato la linea della Chiesa di papa Francesco sulle politiche di accoglienza».

L’auspicio, conclude il segretario generale, «è che il Parlamento faccia valere la propria autonomia e scelga di salvaguardare il pluralismo dell’informazione, pilastro insostituibile della democrazia liberale».


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