“Il buon giorno comincia dal mattino…. ma la giornata è lunga” questo detto può essere usato per fare un primo commento all’incontro che i rappresentanti delle Associazioni delle vittime del Terrorismo (Aviter, Piazza della loggia- 2 agosto- Ustica) hanno avuto, il 2 ottobre, con il Presidente della Camera Fico e il Ministro della Giustizia Bonafede. Un incontro che aveva come tema il bisogno di verità che ancora sentono le Associazioni e che deve trovare valide forme di sostegno nel reperimento di documentazione, di riproducibilità dei documenti e nella loro resa pubblici a disposizioni di ricercatori e studiosi. Per questo ho parlato al Presidente Fico ancora del bisogno di tutta la verità sulla Strage di Ustica e della necessità di atti politici concreti, quali, ad esempio, un suo interessamento presso i suoi omologhi francesi e statunitensi per indurre volontà reali di collaborazione, che portino al disvelamento dello scenario della strage e quindi degli autori materiali dell’abbattimento del DC9 Itavia. E sullo stesso argomento ho voluto richiamare l’attenzione del Ministro della Giustizia Bonafede chiedendone un impegno attivo, sul problema delle innumerevoli rogatorie internazionali che non hanno avuto risposte indebolendo quindi in maniera significativa la ricerca della verità che la Procura di Roma sta continuando a portare vanti, da quando il presidente emerito Cossiga ha indicato la responsabilità francese nell’abbattimento del DC9 Itavia.
In generale si è avuta una prima disponibilità ad affrontare le questioni aperte a partire dalle richieste delle Associazioni, dalla digitalizzazione degli atti giudiziari, senza indicare peraltro alcuno stanziamento, e dalla piena attuazione della direttiva Renzi del 2014.
La digitalizzazione degli atti è un procedimento che dovrebbe portare intanto alla conservazione degli atti e poi alla loro messa a disposizione : dovrebbe riguardare gli atti processuali, la documentazioni istruttorie e il materiale allegato. Su questo tema sono state in passato siglate convenzioni tra Ministeri e Associazioni che sono rimaste in massima parte lettera morta. Per Ustica ad esempio nulla è stato fatto nonostante il materiale conservato a Rebibbia abbia notevoli problemi di conservazione e di usufruibilità.
L’altro problema è la completa ed effettiva realizzazione della direttiva Renzi del 2014 e i cui esiti si possono dire, al momento, in gran parte insufficienti.
La direttiva, che le Associazioni avevano salutato come un significativo contributo per una definitiva messa a disposizione di ogni documentazione su episodi rilevanti e terribili della nostra storia più recente, ha all’oggi un bilancio in gran parte negativo.
Parto ancora da Ustica: manca in gran parte ogni documentazione coeva ai fatti e scendendo alle evidenze più clamorose manca ogni “segno” di attività della Marina militare per gli anni 80-86.Non viene perfino nessuna documentazione dalla Prefettura di Bologna. Sono completamente assenti indicazioni, documentazioni dal Ministero dei Trasporti che su treni e voli ha pur specifiche competenze, e che ammette in via ufficiosa di non avere nessuna contezza sui propri archivi. Mentre i Servizi hanno effettuato versamenti “discutibili” sui quali non è stato possibile un confronto.
È chiaro che la Direttiva aveva limiti in sé, intanto il definire episodi specifici sui quali lavorare, chiudendo ogni possibilità ad uno sguardo complessivo, e che si è sempre più scontrata nei fatti sulle opacità delle burocrazie. Comunque si deve pretendere di arrivare ad una sua completa attuazione. Sono tutti nodi essenziali per la verità su pagine sanguinose che hanno segnato la storia del nostro Paese sui quali le Istituzioni, il Governo sono chiamati ad intervenire concretamente, per il rispetto delle vittime, ma ancor di più per un incancellabile diritto alla verità e per un dovere rispetto alla Storia del Paese.