Beppe Grillo al Circo Massimo parla di autismo come “malattia del secolo”, di quelli che “parlano in quel modo e non capiscono che l’altro non sta capendo”. Lo sdegno di famiglie e associazioni. Nicoletti: “Torniamo indietro di anni luce”. Speziale: “Annulla anni di dure battaglie”. Angsa: “Passo indietro”. Fish: “Presagio di peggiori esclusioni”
ROMA – “Chi siamo? Siamo pieni di malattie nevrotiche, siamo pieni di autistici, l’autismo è la malattia del secolo. L’autismo non lo riconosci, per esempio è la sindrome di Aspengher (sic) c’è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. Che è quella sindrome di quelli che parlano in quel modo e non capiscono che l’altro non sta capendo. E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano un cazzo con quello che sta dicendo, (risate) hanno quel tono sempre uguale. C’è pieno di psicopatici…”. Le provocazioni di Beppe Grillo, gridate al Circo Massimo, dal palco di Italia 5 Stelle, in poco tempo scatenano una serie di reazioni, veementi quanto le sue esclamazioni, a ricordare che l’autismo non è un modo di dire, né tanto meno un modo per insultare: è la complicata realtà vissuta da tante famiglie, che non hanno alcuna voglia di scherzare.
A farsi portavoce dello sdegno diffuso, non tarda Gianluca Nicoletti, giornalista, papà di un ragaazzo autistico e lui stesso Asperger, come ha dichiarato alcuni mesi fa. Sulle pagine di Pernoiautistici, così sintetizza il malcontento generale in una lettera aperta a Grillo: “Non è bello prendere in giro noi autistici, darci degli psicopatici e usarci come oggetto di scherno. Proprio tu…Dovresti sapere che chi ha un figlio autistico già deve ogni istante combattere perché il figlio non sia discriminato, non debba subire lo scherno di chi non capisce che proprio quel suo ‘non capire’ non è dovuto a cattiveria ma a un suo modo d’essere, al suo ‘cervello diverso’. Suscitare la risata della folla su quello che per un Asperger è sintomo della sua diversità è ingeneroso, soprattutto da parte di chi dovrebbe ben conoscere cosa sia l’autismo – Gli autistici hanno diritto di essere trattati da cittadini come qualsiasi altro abitante del nostro paese – continua Nicoletti – A dirtelo è un uomo a cui è stato diagnosticato di essere Asperger ed è molto contento di esserlo, in più è padre di un ragazzo autistico a basso funzionamento, che tiene con lui e combatte perché non debba finire rinchiuso e dimenticato quando non ci sarà lui a occuparsene. Noi facciamo battaglie per diffondere cultura sulla neurodiversità – riferisce – perché i nostri figli non siano le prime vittime degli atti di bullismo dei loro compagni di scuola, come dicono le statistiche. Se un leader politico arringa la folla sul disprezzo degli autistici torniamo indietro di anni luce. Qui non è questione di essere grillini o antigrillini – conclude -: è questione di civiltà…Poi fai come vuoi, ognuno fa come vuole ormai”.
Molto amareggiato anche Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas, l’associazione che sta al fianco delle famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale: gli “psicopatici” e i “nevrotici” di cui parla Grillo, insomma. “Le parole di Grillo non solo non fanno ridere e non aiutano alcuna riflessione critica, ma fanno male – ci spiega Speziale – Fanno male alle centinaia di migliaia di persone con disturbi dello spettro autistico e delle loro famiglie che si vedono, ancora una volta, associati ad accezioni negative e stigmatizzanti. Fanno male alle persone con sindrome di Asperger – aggiunge Speziale – che si vedono così ‘violentemente’ additati quale modello negativo. In poche battute Grillo mette nel nulla anni di dure battaglie da parte delle nostre associazioni e delle nostre famiglie – conclude – proprio per contrastare lo stigma sociale che tanto male ha fatto e continua a fare a tutte le persone con disabilità nel nostro paese”.
“Molto arrabbiata” si dice Benedetta Demartis, presidente nazionale di Angsa, l’associazione nazionale genitori soggetti con autismo. “Abbiamo sentito le dichiarazioni di Grillo ieri, mentre davanti a migliaia di persone denigrava e sbeffeggiava l’autismo. Questo ha dato molto dolore a molte delle nostre famiglie. Mi aspetto che un comico faccia battute per far ridere una platea, che prenda in giro chi fa male le cose, chi ruba e chi non fa avanzare una cultura. Ma che arrivino frasi denigratorie e che la folla rida e applauda, ci fa fare un grosso passo culturale indietro. Come associazione e come madre di una ragazza con autismo sono veramente arrabbiata e mi aspetterei una presa di distanza da parte di tanti”.
Questo il commento della Fish, Federazione italiana per il superamento dell’handicap:“Ancora una volta Beppe Grillo (esempio peraltro imitato), usa termini piuttosto volgari, oltre che profondamente scorretti, per stigmatizzare gli avversari politici, cadendo pure nei più bassi luoghi comuni figli del pregiudizio. Fossero pezzi teatrali, potrebbero essere liquidati come scivoloni di cattivo gusto di un comico a fine carriera, un motivo in più perché quella carriera, appunto, finisca in fretta lasciando ricordi meno sgradevoli. Ma purtroppo quelle frasi che dileggiano l’autismo, così ben scandite da un palco di fronte a 30 mila persone e veicolate rabbiosamente sui social, provengono dal ‘padre nobile’ di un Movimento che conta sulla maggioranza relativa in Parlamento. Quello stesso Movimento che, assieme alla Lega, ha fortemente voluto un Ministero per la famiglia e per le disabilità. È proprio dal responsabile di quel Ministero e dal suo Sottosegretario che attendiamo ora una decisa stigmatizzazione di quei toni e linguaggi, presagi di ancor peggiori esclusioni, senza minimizzare l’accaduto o derubricarlo ad una battuta. L’autismo, come innumerevoli altre condizioni, merita rispetto, prima ancora di quel sostegno e supporto all’inclusione che, al momento, restano ancora lettera morta in qualche tweet o il qualche slogan”. (cl)