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Presentato a Roma “Martiri di carta”, una ricerca sui giornalisti caduti nella Grande Guerra

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“Martiri di carta”, i giornalisti caduti nella Grande Guerra, il volume pubblicato da Gaspari Editore per conto della Fondazione sul Giornalismo Paolo Murialdi e curato da Pierluigi Roesler Franz e Enrico Serventi Longhi, è stato presentato oggi a Roma nell’Auditorium dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra. La manifestazione era organizzata dalla Fondazione Murialdi e dalla Federazione di Roma dell’Istituto del Nastro Azzurro.
I lavori sono stati aperti dall’intervento del Generale di Brigata Fulvio Poli, capo reparto degli Affari Generali dello Stato Maggiore dell’Esercito. Sono intervenuti il dott. Tommaso Gramiccia, presidente della Federazione di Roma dell’Istituto del Nastro Azzurro, che ha illustrato le finalità dell’Associazione e messo in risalto alcune figure di giornalisti caduti nel corso della Prima Guerra Mondiale. E’ seguito l’intervento del dott. Giancarlo Tartaglia, Segretario Generale della Fondazione sul Giornalismo Paolo Murialdi, che si è soffermato sui principali nodi che la categoria giornalistica ha dovuto affrontare sia nei mesi della neutralità sia negli anni del conflitto, a partire dalla censura, che imponeva ai giornali di uscire con intere colonne bianche, all’accreditamento al fronte, ai limiti della libertà di informazione. Pierluigi Roesler Franz ha ripercorso le difficoltà nella ricerca delle biografie di tutti i caduti, partendo dalla lapide che in regime fascista fu inaugurata dallo stesso Benito Mussolini nella sede del Circolo della Stampa di Roma a ricordo soltanto di un numero ristretto di giornalisti. Il professor Enrico Serventi Longhi, a sua volta, ha fatto luce sul complesso dei giornalisti che, volontari o di leva, avevano partecipato al conflitto, su i loro ideali, la loro estrazione sociale e la loro partecipazione alla vita della nazione.
La manifestazione si è aperta e si è conclusa con gli squilli di tromba de “Il Silenzio” suonato da un giovane bersagliere.

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