“Il punto di arrivo è sconfiggere la miseria, perché la miseria esaspera i nazionalismi, incoraggia le avventure, soprattutto suggerisce la sfiducia nella inutile libertà. Solo dove la democrazia ha saputo vincere la miseria, il popolo ha fiducia nelle istituzioni democratiche ed è pronto a difenderle a costo della vita . (Bobbio citazione da Calamandrei)”.
Non scorderò mai quel giorno del marzo 2014 quando insieme a Nadia Urbinati scrivemmo il testo di un appello di Libertà e Giustizia che chiamammo “Verso la svolta autoritaria”. Da allora quel titolo ha assunto un significato quasi profetico, sintesi di un timore e simbolo di una situazione che prima o poi era destinata ad avverarsi.
Al nostro testo arrivarono nel giro di poche ore le adesioni di alcuni maestri del pensiero critico che ci convinsero di aver colto nel segno, sintetizzando in poco più di venti righe la preoccupazione che fosse proprio “il leader del Pd a prendere in mano il timone della svolta autoritaria”, neutralizzando così l’opinione e la reazione dell’opposizione. Firmarono Gustavo Zagrebelsky e Stefano Rodotà, Lorenza Carlassare e Alessandro Pace, Paul Ginsborg e Maurizio Landini, e tutto il mondo di LeG. Del tutto imprevista ci arrivò l’adesione di Gianroberto Casaleggio.
Ricordo oggi quel momento perché sollecitata dai tweet mattinieri di Matteo Renzi che spesso si diletta a chiedere dove siano oggi quelli della svolta autoritaria…e perché a suo dire essi stiano silenti mentre il Paese è nelle mani di chi fa cose assai più gravi di quelle di cui lo accusavamo, nel 2014. Certo che mi irritano, le sue parole e la falsità delle sue affermazioni. Ma proprio per questo scelgo una strada più lunga e tranquilla, che ricordi a tutti noi gli appelli per una buona politica, le denunce negli anni di Berlusconi e in quelli che sono seguiti. Voglio cercare di ricordare a me stessa da cosa veniamo e il perché dell’appello… Da libertaegiustizia