Non è un caso che la mostra “La Fortuna di Dante – Manoscritti, libri, opere d’arte” sia ospitata alla Camera dei Deputati nella sala della Lupa, con la scultura dell’indomito animale che allatta i gemelli, preziosa di arazzi fiamminghi e affreschi italiani restaurati, ma soprattutto luogo dove il 2 giugno 1946 nacque la Repubblica italiana. Quale altro porto poteva rappresentare migliore accoglienza per il padre della lingua italiana?
Alla presenza di Roberto Fico Presidente della Camera dei Deputati, l’esposizione è stata inaugurata da Pietro Folena, Presidente di Metamorfosi, associazione che propone, organizza e divulga la grande arte nel nostro paese. “La Fortuna di Dante” che rientra nell’ambito dei centenari danteschi, è stata illustrata da Folena in ragione dell’imprescindibilità di Dante Alighieri sulla cultura non solo italiana, nei secoli passati come all’inizio del terzo millennio. Ringraziando chi ha prestato gli inestimabili cimeli, Folena ha sollevato l’auspicio che il messaggio mistico, che conclude il Paradiso, diventi sempre più parte di noi.
L’importanza di questa mostra ripaga la difficoltà di Dante di non aver potuto lasciare alcun testo autografo – il poeta in realtà fu profugo e scrisse “ Tu proverai sì come sa di sale /lo pane altrui, e come è duro calle /lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale” – ma l’ esposizione rappresenta, proprio per questo, una rara possibilità di vedere da vicino le testimonianze più straordinarie e preziose degli uomini che hanno amato e tramandato l’opera dell’Alighieri, propiziando fino ai giorni nostri l’eternità del suo messaggio.
Oltre quaranta i testi esposti, bellissimi nelle loro pagine segnate dal tempo con i margini in oro, codici d’inestimabile valore, alcuni trecenteschi splendidamente miniati e illustrati. Occasione da cogliere per guardare le prime edizioni della Divina Commedia, le sue traduzioni in arabo, cinese, ebraico. Un particolare cartaceo contenente una traduzione in francese dell’Inferno. Un’incredibile miniatura della Divina Commedia contenuta in un guscio di noce. E ancora due opere pittoriche che ci rimandano all’icona dantesca presente nell’immaginario collettivo: il capolavoro dei primi decenni del ‘500 di Agnolo Bronzino “Ritratto allegorico di Dante Alighieri” e “Il Caronte” opera del secolo ventesimo di Salvador Dalì. Testimonianze della fortuna di Dante nei secoli e insieme dell’amore che l’umanità mette per preservare quella ricchezza spirituale che rende possibile trascendere la condizione di specie mortale.
L’esposizione che celebra il padre della lingua italiana è curata da Donato Pirovano e Francesco Buranelli. Promossa dal Ministero per i beni Culturali, organizzata dall’Associazione MetaMorfosi in collaborazione con i Musei Reali di Torino – Biblioteca Reale di Torino, la cattedra di Filologia e Critica dantesca dell’Università degli Studi di Torino e la Biblioteca Angelica, con il Patrocinio della Regione Toscana, de La Casa di Dante in Roma, della Società Dante Alighieri, della Commissione Permanente per la Tutela dei Monumenti Storici e Artistici della Santa Sede, s’inserisce nell’ambito delle iniziative promosse in Italia e nel Mondo per ricordare Dante Alighieri e rientra nel programma dei Centenari Danteschi (1265-2015 ~ 1321-2021).
Vademecum
La mostra sarà aperta al pubblico, con ingresso libero, dal 12 ottobre al 4 novembre, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17,30); domenica 4 novembre, in occasione di “Montecitorio a porte aperte”, l’ingresso sarà possibile dalle 10,30 alle 16,30; giorni di chiusura sabato e domenica.