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Il valore della persona umana

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Quando ero più giovane, un po’ di anni fa, un signore di nome Giuliano Vassalli mi disse che il valore dell’essere umano deve sempre essere primario in una democrazia che voglia definirsi ed essere realmente tale. Forse aveva già intuito che saremmo andati verso un’epoca in cui la dignità della persona umana sarebbe stata ridotta a prodotto finale di un processo economico irrazionale dove l’uomo sarebbe diventato mezzo e non fine dell’ordinamento giuridico. In sostanza una strada senza senso poiché il valore di una persona non può esser misurato in termini utilitaristici. Quando l’essere umano si riduce a diventare un mezzo per il consumo, non c’è spazio per i diritti.

A cosa serve tutelare i diritti umani se si rinuncia alla propria dignità? Sono profondamente convinto che una società che voglia definirsi civile debba fondarsi sull’obbligo morale di rispettare ogni essere umano in quanto persona e tale rispetto non può non essere il criterio per giudicare del grado di civiltà di quella società: essa sarà tanto più civile quanto maggiore sarà il rispetto verso ogni singolo individuo, cioè verso ogni persona umana. Essere umano e persona sono termini equivalenti e separarli apre la strada a un clima politico-culturale molto pericoloso. La centralità della persona umana negli ordinamenti giuridici per i quali l’uomo è il fondamento e il fine della società, con il conseguente, esplicito riconoscimento della dignità umana tra i principi fondamentali delle carte costituzionali di molti paesi, non può essere messa in discussione.  Ricordiamoci che le norme giuridiche non creano la dignità della persona umana, ma si limitano a riconoscerla e a tutelarla contro ogni violazione.  Sta poi agli uomini far fiorire questo principio e dargli valore e rispetto. Nelle società contemporanee si parla spesso di doveri fingendo di ignorare che ogni dovere (pagare le tasse) determina un diritto (diritto alla salute).

La globalizzazione ha sfruttato l’uomo in funzione dei mercati dimenticando i diritti fondamentali a lui connessi. Questi diritti non dimentichiamolo mai spettano all’uomo in quanto tale e non solo al cittadino. Noi, in Italia specialmente, stiamo andando verso una direzione nella quale i diritti della democrazia sono riservati a un ristretto gruppo di privilegiati e non a tutte le persone a prescindere dal sesso, dalla razza, dalla lingua, dalla religione, dalle opinioni politiche o dalle condizioni personali e sociali. Se questi diritti fondamentali saranno cancellati dai mercati e dall’economia a discapito dell’umanità, la democrazia finisce e cominciano i totalitarismi. Sposo totalmente la frase del presidente Roosevelt: “Coloro che hanno a lungo goduto dei diritti di cui noi godiamo, col tempo, dimenticano che per conquistarli sono morti degli uomini”.  Cerchiamo di non dimenticarcelo mai, poiché i diritti umani sono la cosa più importante della nostra vita, ciò che ci permette di dare alla nostra essenza pienezza di valore e di rilevanza.


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