Anche i “santi” querelano, proprio così. Sono passate appena 24 ore dalla pubblicazione del mio libro “Un morto ogni tanto”, cari amici, che puntuali arrivano le prime minacce di querela a me e al mio editore.
In alcune pagine del libro ho raccontato le vicissitudini di un noto deputato eletto all’assemblea regionale siciliana, agli arresti per voto di scambio con la mafia fino a pochi mesi fa, quando il tribunale del Riesame ha poi stabilito che aveva sì comprato i voti ma non con la complicità della criminalità organizzata, ed è stato rimesso in libertà. Da allora è stato peraltro velocissimo nell’aggiudicarsi – ad occhio e croce – almeno altre due denunce, che si sono solo aggiunte a una lunga lista. Mi riferisco al tanto indiscusso quanto chiacchierato ras delle preferenze siracusano: l’Onorevole Giuseppe Gennuso.
A poche ore dall’uscita del mio libro ecco arrivare puntuale un suo comunicato stampa: nessuna sorpresa da parte mia nel leggerlo, lo confesso. Pur sapendo che è persona avvezza alle querele – la macchina del fango a dire di alcuni è sempre calibrata male, non posso tacere lo stupore che invece ho provato nel veder attribuito da parte dell’onorevole Gennuso al mio impegno giornalistico un peso di così grande rilievo nel diffamare la sua persona, ledendone immagine e credibilità. Il tutto senza neanche leggere cosa scrivo nel libro. Nonostante mesi addietro mi abbia pubblicamente riconosciuto valide capacità professionali e una buona dose di coraggio nel denunciare mafia e malaffare, con tutto il rispetto per il ruolo che ricopre non crede forse Onorevole che stia attribuendomi un’importanza davvero eccessiva e immeritata? La sua scheda biografica parla da sola, ad arricchire la sua corona non sono certo le mie pagine. Come del resto non è frutto del mio ingegno o della mia creatività l’appellativo con cui è affettuosamente apostrofato dai suoi sostenitori, u Santo Nostro (fra cui ricordo generi e amici di generi di capimafia), anche quello se l’è guadagnato sul campo da solo, converrà con me. Per lei non c’è stata mai alcuna condanna, si è sempre e solo trattato di pinzellachere, attacchi mediatici strumentali mossi contro la sua persona, la sua corona brilla davanti alla legge, non serve nemmeno che me lo stia a ricordare. Ma venendo ai punti per cui si riserva di presentarmi querela mi permetta una considerazione: da quanto leggo nel suo comunicato stampa la società di cui oggi è ancora socio, ben inteso sempre che anche le visure camerali non complottino contro di lei, non si è avvalsa dei professionisti di cui scrivo perché all’interno del suo gruppo ha chi ne gestisce la contabilità. Me lo lasci dire, non mi sembra una grande presa di distanza, Onorevole Gennuso: indipendentemente dalla data d’inizio della sua partecipazione societaria, mi permetta ma dalle sue stesse parole credo suoni chiaro e evidente anche a chi non conosce le sue infinite traversie con le forze dell’ordine e la magistratura che tra lei e i commercialisti delle società dei familiari di Messina Denaro non ci sia mai stata alcuna rottura. A volte dopo un trasloco si ha la sfortuna di trovare dei topi in casa. Per carità, nessuno mette in discussione che questi l’abitassero già, o quanto siano o no importanti le norme igieniche per i precedenti inquilini (pur trattandosi magari di congiunti), ma è buona e comune prassi in genere preoccuparsi di disfarsene al più presto, non credo solo da parte dei paladini dell’antimafia. E se si mette del formaggio, deputato, è solo nella loro trappola e per il medesimo fine. Con quel formaggio, non ci si pasteggia.
“Un morto ogni tanto” è anche questo. Affari, politica, mafia. Tutto alle spalle dei cittadini, tutto scritto nero su bianco.
P.s.: Leggetemi. Solo così potremo davvero far paura ai mafiosi, politici collusi che si sentino al di sopra di tutto.