Grazie, sorelle d’Italia, grazie di tutto. Grazie, ragazze dell‘Italvolley, per la vostra grandezza, per la vostra dolcezza, per la vostra meraviglia. Grazie per averci fatto nuovamente innamorare dello sport e della vita. Grazie per averci ricordato i valori su cui si dovrebbe sempre fondare il nostro stare insieme. Grazie per esservi battute fino all’ultimo contro una Serbia oggettivamente più forte ma non certo dominante nel corso di una finale combattuta fino alla fine e decisa unicamente al tie break dalla maggiore esperienza di una nazionale giunta forse all’apice della propria avventura.
Grazie innanzitutto a Paola Egonu e Miriam Sylla, nuove italiane, figlie del Ventunesimo secolo, di una società che si rinnova, cambia pelle ed è capace di accogliere e valorizzare al meglio le sue diversità.
Ma grazie soprattutto a Davide Mazzanti, demiurgo di una compagine da favola in cui all’unità di intenti si somma una sincera e meravigliosa amicizia, il vero erede del mitico Bonitta, l’ultimo allenatore in grado di condurre le azzurre della pallavolo all’oro mondiale nel 2002.
Faranno strada queste atlete speciali, andranno a Tokyo, alle Olimpiadi del 2020, e non c’è dubbio che saranno protagoniste: anche lì voleranno in alto e forse, speriamo, le vinceranno pure. Se non dovesse accadere, saranno state comunque al centro di uno splendido sogno, di un atto d’amore per la poesia, di una magia controcorrente, nella stagione dell’individualismo e della barbarie.
Ci hanno ricordato, infatti, che essere persone perbene, contrarie a ogni forma di razzismo e determinate a dare il massimo senza calpestare nessuno ha ancora un senso. Speriamo che il resto del Paese prenda esempio da loro.
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