Martedì 16 ottobre saremo a Malta, per ricordare Daphne Caruana Galizia, uccisa un anno fa perché faceva il suo lavoro di giornalista e lo faceva bene. Daphne ha denunciato con I suoi articoli mafia, corruzione e denaro sporco che attraversano Malta, ha denunciato la collusione con le forze dell’ordine e con la politica e per questo, prima dell’ultimo tragico giorno in cui è stata uccisa, ha subito una vera e propria persecuzione : in tutti i modi hanno cercato di farla tacere.
Io avrò l’onore di rappresentare a Malta, dove numerose Ong si sono date appuntamento, la Federazione Nazionale della Stampa italiana e la Federazione europea dei giornalisti. Per noi, ricordare Daphne e chiedere per lei verità e giustizia – che dopo un anno non sono ancora arrivate – vorrà dire ricordare tutti i nostri colleghi morti per difendere la libertà di espressione e di stampa, perché si sono rifiutati di lasciarsi imbavagliare. Ricorderemo con lei anche Jan Kuciac , ucciso in Slovacchia nel febbraio scorso e tutti quelli che in Europa e in Italia sono caduti per difendere il diritto dei cittadini a essere informati. Ricorderemo Ilaria Alpi e Milan Hrovatin, perché anche dopo la recente morte della signora Luciana Alpi non smetteremo di cercare la verità. Ricorderemo Andy Rocchelli, ucciso in Ucraina dopo avere documentato fino all’ultimo istante della sua vita, con i suoi scatti, il suo stesso assassinio. E tutti gli altri giornalisti morti in un’Europa che dovrebbe difendere la libertà di stampa come uno dei sui valori fondanti ed è oggi invece teatro di un attacco ai giornalisti che non ha precedenti, in Europa dell’Est dal crollo del Muro e, in Europa occidentale, dal dopoguerra.
Ricorderemo chi per avere fatto il nostro lavoro è stato arrestato, i 150 giornalisti dietro le sbarre in Turchia, compresi i 6 che da poco sono stati ingiustamente condannati all’ergastolo. Ringrazieremo i colleghi che vivono sotto la minaccia costante delle mafie e dei poteri che vogliono impedire ai giornalisti di illuminare il malaffare. Come , in Italia, Paolo Borrometi, Federica Angeli, Michele Albanese e gli altri costretti a vivere sotto scorta o in perenne allerta personale.
L’anniversario dell’assassinio di Daphne deve diventare un momento per celebrare tutto questo e riaffermare il nostro impegno per la libertà di espressione in Italia e in tutta Europa. A Malta lanceremo questo messaggio: basta con gli attacchi continui ai giornalisti, fermiamo l’andata di autoritarismo che ci vede come figure scomode e tenta di sottometterci. Dalla Polonia, dove i colleghi dei principali giornali ci hanno detto che oggi sono sotto attacco i giudici e a ruota si arriverà presto ai giornalisti, all’Ungheria, alla Russia di Putin dove è in atto una strisciante riabilitazione dello stalinismo, fino all’occidente dove i Governi cercano di screditare la Stampa e spesso anche di strangolarla economicamente, passa il filo rosso che arriva fino a Malta.
Da Malta, a nome della Federazione nazionale della Stampa, dovrà partire il messaggio che non ci fermeremo e anzi lanciamo nuove iniziative a fianco dei colleghi minacciati e per la difesa dell’articolo 21 della costituzione. Il 25 ottobre, Paolo Borrometi sarà a Milano per presentare il suo nuovo libro “Un morto ogni tanto. Perché combatto contro la mafia” e ci darà l’occasione per un incontro/ dibattito sui temi della libertà di espressione. Sempre a Milano, capitale italiana di un’editoria messa in ginocchio da una crisi allarmante e ormai decennale, il sindacato dei giornalisti italiani organizzerà, il 3 maggio, giornata mondiale della libertà di stampa, una mobilitazione di piazza che culminerà in un grande convegno dove faremo il punto della situazione nel nostro Paese. Per portare questi temi, ancora una volta, tra i cittadini ed alzare il loro livello di attenzione.
Nessuno deve pensare infatti che la libertà di espressione, fondamento della nostra democrazia, sia un bene scontato e che lo avremo sempre. Gli ultimi eventi parlano chiaro. È necessario un impegno quotidiano, pervicace, consapevole, per difenderlo.