BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Offese a donne stuprate, ai familiari di Cucchi e agli immigrati. I post di Maistro, poliziotto in servizio

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Parole scagliate come pietre dai social network contro vittime di violenza dalle ragazze recentemente stuprate a Jesolo e Rimini fino a Stefano Cucchi, il 30 enne romano morto nel 2009 mentre si trovava in regime di custodia cautelare. Sono diversi i post offensivi su Facebook per cui Mauro Maistro, poliziotto in servizio al commissariato di Adria, ora rischia seri procedimenti disciplinari che potrebbero arrivare fino al licenziamento.
La questione, sollevata dalla blogger Selvaggia Lucarelli che ha raccolto e divulgato gli screenshot della bacheca di Maistro, è ora oggetto di approfondimento da parte della Questura di Rovigo e del ministero dell’Interno. “L’amministrazione ha trasmesso gli atti agli uffici competenti affinché venga valutato con immediatezza ogni profilo di responsabilità disciplinare” la posizione del Viminale, rilanciata dalle agenzie. Il poliziotto, che in passato era stato segretario del sindacato Coisp, se la prende con le ragazze stuprate a Jesolo (“Queste ragazzine pensano di rimediare una canna facendo “servizietti” veloci agli spacciatori”) e a Rimini (“Questa mi sembra una cazzata come quella di Jesolo, ormai prima di trombare una è meglio che vi trovate un avvocato per sicurezza”).
Non mancano poi gli affondi anti-immigrati, dopo la notizia dell’indagine avviata sul ministro Matteo Salvini (“E per Genova quando indagheranno i bastardi del Pd che hanno sulla coscienza 45 vite? Questo conferma che conta più un negro vivo che un italiano morto”) dopo la vicenda Diciotti che dalla bacheca di Maistro viene commentata con insulti alla Guardia Costiera: “Mi piacerebbe sapere a che gioco stanno giocando questi cazzoni della Guardia Costiera, prima vanno a prendersi i negri dove non dovevano, ora vogliono sbarcare la merce andando di nuovo contro gli ordini. Non è che il comandante lo vedremo in qualche lista del Pd alle prossime elezioni? A quando il ritiro dei 40 denari?”. Non mancano, infine, insulti sessisti all’ex presidente della Camera, Laura Boldrini (“Va a fare l’unica cosa che gli viene bene, raddrizzare le banane col culo”) e alla ambasciatrice di Malta, Vanessa Frazier (“Siamo un popolo di deficienti, presi in giro da una che a Malta faceva la mignotta da night”). E ancora le accuse alla famiglia Cucchi, dopo il lancio del film “Sulla mia pelle” che ricostruisce la dolorosa vicenda della morte di Stefano, il cui corpo è stato restituito ai parenti pieno di lividi e ferite. “Sulla pelle dei poveri diavoli che hanno avuto la sfiga loro malgrado di incrociarti – si legge ancora sullo screenshot – ci fanno i soldi sorella e parenti, avvocato e regista, la celebrazione di una persona che valeva poco da vivo e che da morto è diventato un affarone”). Parole che paiono assumere ancora maggiore gravità, se attribuite a una persona che dovrebbe aver giurato lealtà alla Costituzione e alle istituzioni della Repubblica per svolgere un lavoro che, prima di tutto, dovrebbe essere a tutela di chi è oggetto di discriminazioni e prevaricazioni.
“Ora, siccome io di poliziotti ne conosco tanti, so che si vergogneranno di un collega così. Non se lo meritano un collega così” commenta Lucarelli. Sulla vicenda anche il Codacons chiede sia fatta chiarezza. “Se sarà confermato Mauro Maistro come autore dei messaggi – spiega una nota dell’associazione dei consumatori – sarà inevitabile procedere nei suoi confronti chiedendo provvedimenti esemplari e il licenziamento immediato dello stesso”. Provvedimenti che, sottolinea sempre il Codacons, andrebbero a “tutelare il lavoro e l’impegno delle forze dell’ordine, che sono ogni giorno impegnate in un compito difficile e faticoso e che non possono certo vedere incrinata la propria immagine a causa delle dichiarazioni pubbliche scriteriate e deliranti di alcuni suoi esponenti. Difendere le forze dell’ordine significa punire chi, di questo impegno giornaliero, ha smarrito il senso, e per questo genera discredito su tutti i colleghi in servizio”.

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