Un anno fa, il 5 settembre 2017, veniva uccisa a Bangalore Gauri Lankesh, una coraggiosa giornalista indipendente indiana, nota per le sue critiche al sistema delle caste e all’estremismo dei gruppi induisti dello stato di Karnakata, galvanizzati dall’ascesa al potere del presidente Modi.
L’assassinio di Gauri non è stato affatto un episodio isolato. Al contrario, è avvenuto proprio nel contesto di un crescendo di attacchi contro i giornalisti indiani. Secondo dati ufficiali, tra il 2014 e il 2017 sono stati denunciati 204 attacchi contro operatori dell’informazione.
Nel 2018 le cose continuano ad andare male. Nei primi sei mesi dell’anno, Reporter senza frontiere ha segnalato almeno quattro omicidi e almeno tre aggressioni. Le minacce e le intimidazioni non si contano e ad agosto due giornalisti sono stati arrestati.
L’anno scorso il Comitato per la protezione dei giornalisti ha collocato l’India al dodicesimo posto nella classifica dei paesi in cui è più improbabile che i crimini nei confronti degli operatori dell’informazione vengano perseguiti efficacemente.