Possiamo continuare a credere che i tagli siano l’unica cura alla crisi (ormai decennale) del giornalismo? No, fosse solo perché da tagliare c’è rimasto ben poco. L’assottigliamento dei fondi non fa altro che peggiorare la qualità (e la varietà) dei prodotti giornalistici, andando a rafforzare la sfiducia montante del pubblico verso l’informazione.
Come giornalisti non abbiamo solo il dovere di opporci all’effetto “discount” sul nostro lavoro, non dobbiamo solo contestare senza offrire alternative che, evidentemente, gli editori italici non riescono a trovare.
La nostra categoria – storicamente, meno negli ultimi anni – è sempre stata avanguardia intellettuale e di proposta.
Per questo vi aspettiamo il 21 e il 22 settembre alla Casa del Cinema (domenica 23 alle ore 10, invece, presso Stampa Romana) per la prima edizione del festival MOJO ITALIA.
Quando nel 2015 ho portato in Italia il MOJO (Mobile Journalism) non avrei mai pensato che il movimento che mette al centro della produzione giornalistica lo smartphone, quindi uno strumento versatile e a basso budget, avrebbe mai avuto un tale successo nel nostro Paese.
Invece il successo c’è stato tanto che, corso dopo corso (che abbiamo con Enrico Farro, sempre, svolto a prezzo politico a Roma come nel resto d’Italia) si è creata una piccola comunità di mobile journalists o mojoers.
E’ così che c’è venuta l’idea di organizzare una festa più che un festival. Ma l’entusiasmo dei colleghi ci ha spinto ad andare oltre, ed ecco che dal 21 al 23 settembre pur in un contesto difficile (si veda, per esempio, il trasferimento di Sky a Milano) come Roma, offriamo 15 seminari gratuiti e accreditati Sigef per cercare di dare ai colleghi strumenti nuovi per produrre e portare contenuti giornalistici nei “luoghi” dove oggi si è spostato il pubblico: dalle edicole ai social.
Credo si possa dire che è la più grande operazione di divulgazione e di aggiornamento professionale che si ricordi negli ultimi decenni.
Un’operazione non di parte, ma evidentemente Politica, che siamo riusciti a realizzare grazie all’intervento di Stampa Romana e dell’Associazione Italiana FIlmaker e Videomaker.
Al momento su 15 seminari, ne restano solo due con posti liberi. E non mi dite che si tratta di giornalisti a caccia di “crediti” che si possono facilmente ottenere con i corsi on line. MOJO ITALIA è la riprova che i colleghi vogliono imparare e modernizzarsi se si stratta di corsi seri, pratici e condotti da esperti di livello nazionale.
Il “sold out” (anche se nulla era in vendita, usiamo questa terminologia anglofona) è la riprova che non è vero che sono i giornalisti italiani a rallentare l’aggiornamento del contesto di produzione dell’informazione in Italia.
Non abbiamo chiesto nè ricevuto una lira di contributi pubblici ma solo un gruppo di instancabili colleghi volontari e di affezionati sponsor privati per lo più internazionali. Mi viene da ridere a pensare che abbiamo messo tutto il nostro festival in piedi con circa 20mila euro!
A MOJO ITALIA non parliamo solo di tecniche, tattiche e strumenti. Ci interroghiamo, per esempio, anche su temi strettamente editoriali. Delle fake news come veleno per la democrazia e solvente per l’informazione, parliamo venerdì sera alle ore 20.30 in sala De Luxe – Casa del Cinema – con Roberto Reale e Carlo Verdelli. E se non vi siete ancora iscritti agli altri seminari, non dimenticate sabato sera la premiazione dei nostri tre concorsi: italiano, internazionale e il concorso 24 ore.
Vi aspettiamo!