Da grande, Salvini vuole diventare come Orban. E trasformare l’Italia come l’Ungheria. Dove comanda l’uomo forte ed è vietato a tutti – giudici, stampa, dissidenti – metterlo in discussione. L’identità di vedute e la volontà di dittatura dei due personaggi politici ormai è totale. E sarà ancor di più esplicita nella votazione nel parlamento europeo, dove la Lega ha deciso di votare contro le sanzioni previste dall’art. 7 del trattato UE, per lo stato che viola i valori democratici dell’Unione, come sta facendo l’Ungheria di Orban.
Il Movimento 5 Stelle invece voterà a favore delle sanzioni. E questa è una lesione strutturale del Governo, benché la vicenda non rientri tra i temi inseriti nel contratto. Ma una divergenza così netta su una vertenza europea così dirimente, fa intravedere una campagna elettorale alle europee del 2019 molto conflittuale tra i due alleati. Soprattutto per la voglia di Salvini di incassare un consenso che i sondaggi danno per raddoppiato, rispetto alle ultime votazioni politiche.
Il Governo si prepara all’autoaffondamento programmato? Lo vedremo con la finanziaria, quando grillini e leghisti dovranno confrontarsi con i numeri, per farli quadrare con le promesse. E ognuno tirerà la coperta verso i propri provvedimenti di bandiera: reddito di cittadinanza (5Stelle) e flat tax (Lega). Piuttosto che ammettere che non ci sono i soldi per far fronte alle aspettative, le vie di fuga sono già segnate: dare la colpa all’Europa e far partire subito una campagna elettorale per rivendicare mani libere senza alcun euro-controllo e vincoli di contratto. Insomma, la tecnica con cui si scivola nella dittatura è sempre la stessa: convincere la gente che si governi meglio senza democrazia. Come in Ungheria.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21