Sessant’anni: un traguardo importante per Andrea Bocelli, per la sua arte sublime e per tutti noi che non ci stancheremo mai di seguirlo ed ammirarlo.
Sessant’anni e la cecità trasformata da handicap in straordinaria riserva di sensibilità e calore umano, in una vita intensa, appassionata e, come ha detto lui stesso, ricca di luce, di poesia, di meraviglia. Certo, credo che non esista sofferenza peggiore per un essere umano che non poter ammirare i colori del mondo; fatto sta che la sua grandezza ha reso accettabile persino questo dramma, inducendolo ad amare la vita in tutte le sue sfaccettature e a non smettere mai di credere in se stesso.
C’è chi sostiene che la sua voce sia una perfetta fusione di lirica e pop e secondo me è la definizione giusta, essendo un tenore di straordinaria modernità, la perfetta evoluzione di Pavarotti, un mito globale capace di interpretare molteplici generi e di farsi apprezzare sia dal pubblico degli intenditori che dagli orecchianti e dai semplici appassionati come me, letteralmente rapiti da un’arte che ti entra dentro e non se ne va più.
E così, ascoltare Bocelli è diventato un rito quasi mistico, appassionante come non mai, denso di significati e in grado di restituire a tutti un senso di libertà, di gioia e di passione per la cultura e per il prossimo che attualmente non sono affatto scontati.
Buon compleanno Andrea, in attesa di vivere ancora insieme le indescrivibili emozioni che solo tu e pochi altri geni sapete regalarci.
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