Acli, Arci, Articolo 21, Avviso Pubblico, Centro Studi “Pio La Torre”, Cgil, Cisl, Uil, Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Legambiente, Libera e Usigrai hanno inviato stamattina una lettera a tutti i capigruppo parlamentari e ai Presidenti della Commissione Giustizia di Camera e Senato per chiedere che sia istituita rapidamente la Commissione parlamentare antimafia ed un incontro per discutere dei contenuti del Decreto Sicurezza.
Gli scriventi fanno notare a senatori e deputati che con l’approvazione della legge 7 agosto 2018, n. 99, il Parlamento ha deliberato di istituire la Commissione parlamentare antimafia anche nella XVIII Legislatura ma che, ad oggi, l’organo parlamentare non è ancora stato attivato. “Si tratta di una mancanza su cui Vi invitiamo ad agire rapidamente per porvi rimedio – è scritto nella lettera – poiché le mafie non solo continuano ad esistere ma rappresentano, insieme alla corruzione, una seria, concreta e attuale minaccia alla nostra democrazia, alla nostra sicurezza e al nostro sistema economico, come da tempo è scritto e documentato in relazioni ufficiali inviate al Parlamento”.
Le associazioni e i sindacati chiedono inoltre un incontro alle forze politiche per discutere di alcuni contenuti del Decreto Sicurezza, in particolare quelli afferenti ai beni e alle aziende sequestrate e confiscate. Si legge nella lettera: “Dalla bozza di testo resa pubblica e che abbiamo visionato, abbiamo letto che vengono proposte sensibili modifiche al Codice antimafia attualmente in vigore, in particolare per quanto concerne i beni e le aziende confiscate inserendo, ad esempio, elementi di discrezionalità in seno alle Prefetture e rivedendo il ruolo del Comitato di Indirizzo dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati. Infine, la positiva previsione di assumere 70 persone in seno all’Agenzia tramite concorso difetta di una copertura di risorse finanziarie”.
Le associazioni e i sindacati attendono fiduciosi una risposta dalle forze politiche.
Leggi la lettera ai Capigruppo e al Presidente della Commissione Giustizia