Dinanzi all’onda nera del razzismo e della xenofobia che sta dilagando in Europa dobbiamo difendere con i denti il modello Riace di accoglienza per chi fugge da situazioni insostenibili. Riace, un paesino sulle colline ioniche della Calabria, diventato un luogo fantasma per l’emigrazione dei propri abitanti, ha iniziato a riprendere vita grazie ai profughi del sud del mondo. E questo per la tenacia di un riacese, Mimmo Lucano mosso da una grande passione per un mondo più giusto e più umano. Fu Mimmo nel 1994 ad accogliere i profughi curdi arrivati sulle coste ioniche e ad ospitarli nelle case vuote di Riace. Eletto sindaco del paese, Mimmo continuò ad accogliere profughi provenienti dall’Afghanistan all’Eritrea. “Nella nuova età di muri, fili spinati, lager libici, della Fortezza Europa – così si legge nella Piazza del borgo – noi accogliamo persone in fuga dalle guerre, dall’odio, dalla miseria. E’ questa forse l’opera pubblica più importante che si possa realizzare. Così dai luoghi della periferia urbana, dal profondo sud, abbiamo trasmesso un messaggio di umanità al mondo”.
Per questa sua “opera pubblica”, la rivista americana Forbes ha collocato Domenico Lucano tra i cento uomini più influenti al mondo. Purtroppo non è altrettanto apprezzato in Italia. D’altronde nessuno è profeta in patria. Eppure Mimmo a Riace ha dimostrato che i migranti da problema diventano risorsa facendo rivivere un antico e abbandonato borgo.
Ho potuto toccare tutto questo con mano durante i dieci giorni passati a Riace con una decina di giovani provenienti da tutta Italia per un campo di spiritualità missionaria (1-9 Agosto). Abbiamo voluto il campo di Riace in solidarietà con il Sindaco Mimmo Lucano che è oggi sotto pesante attacco da parte della Lega, in particolare da Salvini ed è inoltre indagato dalla Procura di Locri. Particolarmente grave è l’attacco che oggi Salvini ha fatto nella sua visita a San Luca (cuore della ‘ndrangheta!) chiedendo “trasparenza” nell’uso dei fondi “anche a Riace”! Eppure Mimmo non si è messo un euro in tasca! Tutti questo lo riconoscono. I problemi per Mimmo nascono dal fatto che per lui prima vengono la persone, poi la burocrazia. Mimmo è davvero il Sindaco di strada che sente la sofferenza della gente come sua e trova sempre una via per aiutare chi è in difficoltà. E’ questo il Mimmo Lucano che ho incontrato: l’uomo di grande umanità. La prima sera del campo ha voluto raccontare ai giovani l’avventura di Riace. Per realizzarla Mimmo si è giocato tutto, con una ostinazione e tenacia davvero straordinarie. Fu in quella stessa sera del primo agosto che il Sindaco annunciò ai giovani la sua decisione di un digiuno prolungato per richiamare l’attenzione sul fatto che da due anni né la Prefettura né il Ministero degli Interni avevano erogato i fondi stanziati per Riace. Una situazione insostenibile.
Il 2 agosto ci siamo ritrovati tutti insieme in piazza a digiunare: Mimmo Lucano con i suoi collaboratori e collaboratrici e i giovani del campo. In quei giorni ho conosciuto un sindaco alternativo, seduto per terra a parlare con tutti, a giocare e sorridere con i bambini dei rifugiati. Il Mimmo vero, umano, appassionato della sua gente e per questo deciso a non mollare.
E da qui, da questo piccolo miracolo che è Riace, da questo borgo abbandonato, ma ritornato in vita grazie ai calabresi ed ai migranti, da questo straordinario progetto che potrebbe far rivivere tanti paesini semi-abbandonati d’Europa grazie al modello ideato da Mimmo Lucano (definito da Salvini “zero”!), lancio un appello: “Salviamo Riace!”.
Chiedo soprattutto ai sindaci di esprimere in massa la loro solidarietà a Mimmo Lucano e al progetto Riace che in questo momento è sotto grave attacco.
Salviamo Riace!