È un agosto al femminile, quello che è appena iniziato. Un agosto nel quale renderemo omaggio a tre donne straordinarie che, ciascuna nel suo campo, ci hanno regalato attimi di speranza e meraviglia, momenti di autentica felicità e una gioia sincera per la quale non finiremo mai di ringraziarla.
Penso a Federica Pellegrini da Mirano, in provincia di Venezia, che il prossimo 5 agosto compirà trent’anni e che non sembra avere alcuna intenzione di andare in pensione, benché la rivalità sia sempre più agguerrita e non è detto che riesca a mantenersi ancora a lungo ai livelli che le competono. La tenacia, tuttavia, non le manca, al pari della volontà di confermarsi ai vertici mondiali e di rilanciare una sfida che, già in passato, molte volte è stata considerata impossibile e che, invece, si è poi rivelata sempre, pienamente, alla sua portata.
E che dire di Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna, che il prossimo 16 agosto, sfidando l’anagrafe e le sue bizzarrie, compirà sessant’anni, continuando a dimostrarne quaranta, ad avere l’energia di una giovanotta e a combinarne di tutti i colori, in un vorticoso insieme di follie, travestimenti ed esibizioni che l’hanno resa celebre ovunque nel mondo, aprendo la strada a nuove dive, da Beyoncé a Lady Gaga, che hanno fatto del madonnismo la propria cifra personale e artistica?
E poi c’è lei, Lina Job Wertmüller, come ama firmarsi, per amore e in ricordo del marito Enrico Job, purtroppo scomparso dieci anni fa a causa di una leucemia. Stento a credere che Lina il prossimo 14 agosto compirà novant’anni, specie se ripenso alla mattina di fine gennaio che trascorsi a casa sua nel 2007. Avevo sedici anni, andai a trovarla per un’intervista, ci sedemmo su un divanetto e non fu una conversazione professionale ma una sorta di chiacchierata tra amici, tanto mi mise a mio agio, tanto comprese la mia emozione nel trovarmi davanti a un monumento, tanto mi fece sentire protagonista del nostro colloquio, stupendosi per il fatto che conoscessi un libro molto antico e divertente di Oronzo E. Marginati, “Come ti erudisco il pupo”, e ringraziandomi per i complimenti che le rivolsi in relazione ad uno dei suoi film che ho apprezzato maggiormente, “Io speriamo che me la cavo”, che è un po’ il suo manifesto culturale, oltre che un capolavoro di ironia, buon gusto e denuncia sociale.
Un agosto in rosa, insomma, un agosto particolare, un agosto all’insegna di tre grandi donne cui dobbiamo molto e che tanto, ne siamo certi, ci regaleranno ancora. Ad accomunarle è la curiosità, quella passione per la vita e i suoi valori autentici che è in grado di fare la differenza nei momenti difficili.
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