«Pare che per il governatore Vincenzo De Luca il problema della Campania non sia la camorra, ma Roberto Saviano che la racconta. “Ci sono persone che guadagnano sui diritti d’autore”, ha detto ieri il presidente della Regione intervenendo all’assemblea di Coldiretti, “e che si fanno i milioni rovinando intere generazioni di ragazzi che, per fenomeni imitativi, si comportano come quegli imbecilli delle serie tv”. Secondo il ragionamento di De Luca, dunque, a Napoli si spara in aria perché alla tv i ragazzi vedono Gomorra». Lo affermano, in una nota, la Federazione nazionale della Stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania.
«Forse – proseguono – il governatore era distratto, non si è accorto che le cosiddette “stese” precedono il telefilm, che nella regione che lui dovrebbe amministrare, prima della serie tv, ci sono state 346 vittime innocenti della criminalità (dati della Fondazione Polis), senza contare le migliaia di morti per guerre tra clan. Da quali altri film sarà stata alimentata questa incredibile strage? A De Luca ricordiamo che se Saviano è costretto a vivere sotto scorta è per il suo impegno contro la camorra, è perché qualcuno lo vuole morto. Alimentare odio, stimolando gli istinti più bassi della gente, non è un comportamento responsabile per chi rappresenta la cosa pubblica e fa il pari con quello del ministro dell’Interno che vuole togliere la scorta allo scrittore campano».