Ricevendo nel 2017 il collegio degli scrittori de La Civiltà Cattolica papa Francesco ha indicato in tre parole il paradigma dell’informazione,di tutto il complesso mondo dell’informazione, laica e confessionale. Quel paradigma è “inquietudine, incompletezza, immaginazione”. Raccomandando ai suoi narratori del mondo inquietudine, incompletezza e immaginazione il papa ci dice che lui stesso è inquieto, sa che ogni pensiero è incompleto, e che solo l’immaginazione ci consentirà di capire realtà, vite, problemi, sfide che non sono le nostre. Cosí arriviamo a capire perché in quel discorso affermi che “solo l’inquietudine dà pace”. Sappiamo affrontare con inquietudine le tematiche, le vite, le realtà che dobbiamo raccontare? Ci lasciamo inquietare dalle persone, dalle loro storie, dalle loro disavventure? O entriamo nelle storie con pensiero rigido, chiuso, completo? Quale immaginazione può affiancare un pensiero completo, rigido, chiuso? Francesco con il suo paradigma offre un metodo nuovo a un’informazione che vuole aprire orizzonti, non contribuire a chiudere recinti, vuole capire la realtà, non confermarsi nelle sue ideologie, vuole contribuire ad un processo di comprensione, non occupare spazi. Solo se si imporrà di essere inquieta davanti al mondo l’informazione saprà essere vera, e ritrovare il senso del suo servizio.