La chiarezza è rivoluzionaria e Papa Francesco è stato chiaro: la pena di morte è contraria alla dignità dell’uomo e alla dottrina della Chiesa. Da sempre quell’articolo 2267 del Catechismo – che la consentiva sia pure come eccezione – era uno scandalo a bassa intensità. Che molti minimizzavano come retaggio storico, ormai superato dalle aperture alla misericordia operate dal Vaticano, persino con un giubileo dedicato.
Le conseguenze di questa dichiarazione sono enormi, perché creeranno un conflitto tra legge e morale cattolica nelle nazioni che ancora applicano la pena capitale. Basti pensare agli Usa – dove la pena di morte vige in molti stati. Come ne usciranno i governatori di questi territori che si sono sempre dichiarati ferventi cattolici? Ma il problema si pone anche da noi. Salvini vuole introdurre la pena di morte privata per i ladri di appartamento scoperti e uccisi alle spalle mentre scappano, abolendo la proporzionalità della legittima difesa, ma vuole anche i voti dei cattolici. Un problema complicato.
Ora manca ancora un tassello, per togliere ogni giustificazione religiosa alla morte: l’abolizione dei cappellani militari.
Non si può condannare la guerra e consentire a dei sacerdoti di far parte degli eserciti.