Le polemiche sulle presenze al presidio di Milano “Europa senza Muri”, al quale Articolo 21 ha aderito convintamente, sono una chiara manifestazione di fastidio, di insofferenza, di quelle forze che hanno alimentato la serie di episodi di violenza nei confronti di immigrati degli ultimi mesi. Atti di razzismo che una gran parte della società civile italiana condanna e avversa.
A mobilitare le migliaia di persone accorse ieri a San Babila “I sentinelli” di Milano e il fondatore di Possibile, Giuseppe Civati, con i quali Articolo 21 ha condiviso la necessità di una seria e immediata azione di contrasto al tentativo di marginalizzazione e alla brutalizzazione del ‘diverso’.
Un clima diventato insostenibile.
Ne abbiamo parlato con Pippo Civati.
Il presidio di Milano è stato un successo, l’altra Italia, quella dei valori fondanti della Costituzione, c’è?
“Certo che c’è doveva solo manifestarsi e deve ora trovare rappresentanza. È imperativo in un momento così particolare per il nostro paese”.
La convocazione è partita dai social ma invitava ad andare oltre i social. È possibile una mobilitazione che vada oltre un hashtag?
“Direi di sì. Molti manifestanti si sono detti felici di ritrovarsi fuori dai social, dalla bolla di ciascuno, per ribadire cose che sentono profondamente. La manifestazione è stata così, spontanea e appassionata”.
E il contrasto politico? È possibile costruire un’alternativa di sinistra credibile?
“L’opposizione e una “resistenza” fatte come si deve trasformano chi le fa. Cambiano i valori in gioco per tutti. Solo così si possono superare le divisioni, riconoscendosi in battaglie comuni, sentendone la responsabilità”.
L’emergenza democratica che stiamo vivendo può riunire davvero il fronte di sinistra?
“L’emergenza democratica impone una risposta, senza calcoli, dettata solo dall’urgenza di fermare la deriva. Però può contribuire anche a cambiare le relazioni politiche, certamente”.
Le grandi organizzazioni si stanno mobilitando affinché la Marcia Perugia Assisi sia la prima occasione per una mobilitazione nazionale. Può essere l’inizio di un percorso unitario antirazzista?
“Dopo Catania e Milano, dobbiamo insistere. Rispondere colpo su colpo, non lasciare campo libero al peggio che la politica italiana ed europea possano esprimere. Ieri è stato un giorno importante”.
E noi di Articolo 21 condividiamo pienamente e siamo tra i promotori del coordinamento antirazzista che vede insieme Anpi, Arci, Cgil, Legambiente, Libera, Rete della Pace e Tavola della Pace che, come prossimo appuntamento, chiama alla mobilitazione per la Perugia – Assisi.
La necessità di una nuova resistenza, dell’insurrezione delle coscienze, è palpabile in tutta quella parte di società italiana che non si arrende alla xenofobia e al drammatico aumento delle disuguaglianze sociali ed è pronta a ribadire con forza #iononsonorazzista.