A cavallo degli anni ‘70 e ‘80 era la Piazza dei fascisti. Negli anni ‘80 complice una catena di panini, questa era la base dei paninari, con bomber. Un po’ fascistelli anche loro. Oggi Piazza San Babila è diventata il cuore di quella parte di Milano (e di Italia) che dice no a Salvini e Orban, che si riunivano poco più in là in Prefettura.
“Europa senza muri”, “Milano senza muri” gli slogan di questo presidio organizzato dai Sentinelli e al quale hanno aderito centinaia di sigle e migliaia di cittadini.
Un incontro “non istituzionale” quello tra Orban e Salvini, ma che come ha ricordato Corrado Mandreoli della Cgil si è svolto in un luogo istituzionale.
Dal palco si sono succeduti gli interventi che hanno ricordato i segni di ribellione di queste ultime settimane, come la manifestazione al porto di Catania o i bagnanti pugliesi che hanno allontanato una simil ronda leghista.
Gli appelli al microfoni anche di richiedenti asilo che hanno chiesto di costruire ponti e non muri. Il presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini ha ricordato che da Milano è partita la Resistenza e si è augurato che da questa piazza strapiena possa iniziare una nuova resistenza, contro la supposta “emergenza immigrazione”.
Il presidente della comunità senegalese Pape Diaw in un applaudito intervento ha ribadito che “nessuno sceglie dove nascere, ma ognuno deve poter scegliere dove vivere”.
Pierfrancesco Majorino, assessore al Welfare al Comune di Milano, ha invitato Salvini, definito “ministro della paura”, a vergognarsi perché usa l’immigrazione come arma di distrazione di massa. Sul palco dell’Arci anche rappresentanti di Open Arms e Action Aid. Sotto Laura Boldrini e Lele Fiano.
Alla manifestazione, trasmessa in diretta da Radio Popolare, hanno partecipato ben quindicimila persone e si è conclusa con un flash mob e con il classico Bella Ciao.
Andrea Riscassi, Portavoce Articolo21 Lombardia
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