La nave Diciotti, della Guardia Costiera, continua ad essere ormeggiata a Catania ma senza autorizzazione di sbarco. A bordo 177 migranti, tra cui minori stranieri non accompagnati, ormai al settimo giorno di “sequestro”. La Procura di Agrigento stamattina ha aperto un fascicolo per illecito trattenimento, mentre non si placano le polemiche tra il Governo italiano e quello maltese: “l’Italia non ha ancora rispettato i suoi impegni sul meccanismo di redistribuzione avviato da Malta rispetto ai migranti sbarcati sull’isola dalla Lifeline il 27 giugno”.
Migliaia di firme per gli appelli alle cariche dello Stato e al Parlamento non sono bastate per avvicinare la soluzione del Caso Diciotti, di fatto già territorio nazionale. Intanto il ministro dell’Interno Matteo Salvini continua la sua narrazione dell’evento contrapponendosi alle persone che in queste ore stanno dimostrando vicinanza ai migranti che in queste ore continuano a stare sul ponte della nave, incuranti della pioggia e del maltempo. “A Catania sono arrivati anche i ‘numerosissimi’ contestatori che vogliono ancora immigrati… Glielo mandiamo un bacione?”, twitta Salvini mostrando la foto di un piccolo gruppo di persone che protesta al porto tenendo in mano cartelli come: “Siamo tutti clandestini”, “Difendiamo le persone non i confini”, “Nessun essere umano è straniero”.
La terza carica dello Stato, il presidente della Camera Roberto Fico, ha appena proposto una soluzione di buon senso via twitter: “La giusta contrattazione con i Paesi dell’Unione europea può continuare senza alcun problema, adesso però le 177 persone devono poter sbarcare. Non possono essere più trattenute a bordo, poi si procederà alla loro ricollocazione nella Ue”.
E mentre il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli assicura che in giornata ci saranno novità, questa sera centinaia di persone si sono date appuntamento al porto di Catania per il flash-mob “Un arancino per accogliere”, iniziativa lanciata dalle reti di solidarietà della città e diffusa con il tam-tam su Facebook. “Siamo coscienti che sarà impossibile condividere un ‘arancino’ con i migranti – si legge nell’appello diffuso sui social – ma si desidera ribadire, attraverso un simbolo, l’accoglienza di una parte della comunità cittadina con lo scopo di comunicare pubblicamente e civilmente il desiderio di un ‘porto aperto’ a Catania”.