Lella Golfo, la combattiva presidente della Fondazione Belisario, ha preso la tastiera ed ha scritto al presidente Mattarella un appello perché intervenga “per sanare un vulnus vergognoso”
Non solo in Parlamento il numero delle elette è regredito vergognosamente, ma la tendenza androcentrica delle istituzioni sembra dilagare. Ultimo in ordine di tempo il Consiglio superiore della magistratura, dove fra i componenti laici non c’è neanche una donna mentre l’unica fra i togati è Maria Rosaria Sangiorgio, alla quale sta venendo il dubbio di essere un panda.
Lella Golfo, la combattiva presidente della Fondazione Belisario, ha preso la tastiera ed ha scritto al presidente Mattarella un appello perché intervenga “per sanare un vulnus vergognoso”. E giacchè in copia ha interpellato anche Spadafora, sottosegretario alle pari opportunità del governo “del cambiamento”.
“Nel 2014 – ricorda Lella Golfo – il Parlamento elesse due donne tra gli otto membri laici: Paola Balducci e l’attuale Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e fu quella consiliatura a nominare le prime donne procuratori presso Corti d’Appello e molte presidenti di Corte d’Appello. Ora un poderoso e gravissimo passo indietro porta l’organo cui spetta il compito di garantire l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura ordinaria ad avere tra i suoi 27 membri una sola donna, Maria Rosaria San Giorgio, unica e sola giudice togato. Una circostanza ancora più grave se si pensa che la Magistratura è uno dei pochi ambiti professionali in cui è avvenuto un vero e proprio sorpasso, con il 53% di donne magistrato. La completa esclusione femminile dall’organo di Autogoverno della magistratura è una scelta precisa e politica che il Parlamento e i singoli partiti devono motivare e sanare”.
Qui l’appello al presidente della Repubblica della Fondazione Bellisario.
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