Prosegue lo stato di agitazione al quotidiano di Piacenza

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Se per l’editore di Libertà il lunedì è la “nuova” domenica, il CdR del quotidiano di Piacenza si schiera apertamente a sostegno della protesta dei giornalisti non-dipendenti con un nuovo comunicato sindacale pubblicato sull’edizione di martedì 17 luglio.

Prosegue lo stato di agitazione aperto lo scorso 14 luglio al quotidiano di Piacenza.
Dopo che un comunicato sindacale dell’Aser inviato con richiesta di pubblicazione nell’edizione di domenica 15 luglio è apparso solo il giorno seguente nelle pagine del giornale fondato da Ernesto Prati nel 1883, oggi lo sciopero “della firma” sul quotidiano piacentino si fa sempre più sentire.

La mobilitazione, lo ricordiamo, rientra nella più ampia vertenza emiliana che comprende i giornalisti precari di Editoriale Libertà spa e Gazzetta di Parma srl per la corretta applicazione dell’Accordo sul lavoro autonomo firmato da Fnsi e Fieg presente nel Cnlg in vigore.

A Parma si registra il “congelamento” dello stato di agitazione in attesa degli esiti dell’incontro tra sindacato giornalisti e l’ad Matteo Montan previsto nei prossimi giorni, mentre a Piacenza si allarga lo sciopero della firma dopo un’assemblea dei redattori convocata dal cdr ieri, lunedì 16 luglio, e un comunicato sindacale pubblicato il 17 luglio dal sindacato interno del giornale in cui si invita l’azienda ad aprire il confronto e si sottolinea come “il lavoro dei giornalisti non dipendenti sia essenziale per realizzare un giornale completo e di qualità”.

“Pubblicare un comunicato sindacale sull’edizione del lunedì anziché sull’edizione domenicale fa una grande differenza, soprattutto su un quotidiano a diffusione locale – scrivono in una nota congiunta la presidente di Aser, Serena Bersani, il segretario Fnsi Raffaele Lorusso, e il presidente della Commissione lavoro autonomo Fnsi, Mattia Motta – le segnalazioni di un clima poco sereno con atteggiamenti inopportuni nei confronti del CdR di un rappresentante dell’editore; il fatto che non si sia ancora aperto un confronto di merito con Aser e Fnsi sulla vertenza e, infine, l’ufficio del personale di Libertà che sottopone contratti-capestro ai giornalisti precari nel mezzo di una vertenza – soprattutto se questi contratti arrivano dopo decenni di accordi verbali e mesi di incertezza sul pagamento dei servizi giornalistici – sono atteggiamenti che Federazione e Assostampa non sono abituati a tollerare”.

POST CON NUMERI

I NUMERI di Libertà in edicola oggi, 17 luglio 2018.

Tra le 20 (venti) notizie pubblicate nelle pagine di CRONACA DELLA CITTA’ (da pagina 10 alla 20) solo 2 articoli sono firmati per esteso. Due su venti.

Nemmeno una delle 21 notizie tra inchieste, servizi giornalistici e brevi delle PAGINE DI PROVINCIA (Piacenza e Basso Lodigiano, da pagina 21 a pagina 28) appare con la firma per esteso del giornalista che l’ha trovata, verificata, scritta.
Oggi, nelle pagine (da pag 29 a 33) di CULTURA E SPETTACOLI del quotidiano fondato da Ernesto Parti nel 1883, su 16 servizi giornalistici pubblicati nemmeno uno di questi riporta la firma del giornalista che l’ha scritto/a.
Nelle PAGINE DI SPORT che vanno dalla 36 alla 42, su 22 servizi pubblicati solo 6 sono gli articoli o le rubriche firmate.

Dopo il clima non certo disteso e sereno creato dal vicepresidente dell’editoriale, la protesta si è “allargata” a numerosi redattori che hanno pubblicato pagine intere di inchieste e hanno “firmato” il servizio con una sigla di due lettere in basso a destra. In basso a destra è punto meno visibile della pagina – agli antipodi degli editoriali che per visibilità si mettono sempre in alto a sinistra.

Il posto della firma di un giornalista è in testa o in calce a ogni notizia: è una tutela per i cittadini, una questione di credibilità dell’informazione e una questione di dignità. Libertà apra il tavolo.

#ChiediamoLaFirma


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