Di Pino Salerno
“Tutto mi sarei aspettato, meno che il governo del mio paese dicesse che quella era una falsa notizia e che si trattava di bugie e insulti”, Erasmo Palazzotto, deputato di Liberi e Uguali, in conferenza stampa a Montecitorio, ha voluto raccontare alla stampa italiana, e non solo, la storia del salvataggio in mare di Josefa, la donna camerunense, avvenuto quando era a bordo della nave della Ong spagnola Proactiva open arms. In quella occasione, racconta Palazzotto, furono scoperti i cadaveri di una donna e di un bambino. Questa ricostruzione è stata messa in dubbio dal Viminale e dal ministro Matteo Salvini, che garantirono di avere prove certe che si fosse trattato di una menzogna. Ora, Erasmo Palazzotto ricostruisce la verità: “la guardia costiera libica – ha raccontato Palazzotto – aveva autorizzato il mercantile Triades ad abbandonare la posizione perché sarebbe arrivata un’unità della guardia costiera. Abbiamo comunque deciso di andare e siamo arrivati nella notte e abbiamo cominciato a cercare. Alle 7 e 20 abbiamo incrociato il relitto dell’imbarcazione e abbiamo trovato una scena raccapricciante: il corpo di due donne e quello di un bambino. Ci siamo accorti che una delle due donne era ancora viva”.
Palazzotto racconta di aver contattato la giornalista tedesca usata da Salvini nel tentativo di sbugiardare la Open arms. Lei ha spiegato l’errore del Viminale
Quanto alle contestazioni del Viminale, che ha citato come testimone una giornalista tedesca a sostegno della propria versione, Palazzotto ha spiegato di essersi messo in contatto con quest’ultima e di aver capito “che si riferiva evidentemente ad un altro salvataggio, visto che porto di partenza e di arrivo non coincidevano. E invece Salvini ha detto che la nostra era una messinscena, una strumentalizzazione per attaccare la guardia costiera libica. La verità è che questo governo e il governo precedente hanno iniziato la guerra alle Ong e lo hanno fatto quando hanno affidato alla guardia costiera libica la deportazione dei migranti. Invece di stare al caldo su una poltrona del ministero – ha aggiunto – Salvini e Toninelli si facessero un giro in quel tratto di mare, per vedere coi loro occhi come avvengono i salvataggi”. Erasmo Palazzotto ha dunque annunciato un’interpellanza al governo: “Chiederò che renda conto di quanto detto e che fornisca tutti gli elementi per ricostruire la verità sui fatti. Il ministro Toninelli ad esempio deve spiegare ciò che fonti del suo Ministero affermano, e cioè che i tracciati delle motovedette non sono disponibili, perché si aprirebbe un problema di sicurezza nazionale”.
Palazzotto: “Salvini avrebbe dovuto dimettersi, è a capo di un movimento politico e continua a fare campagna elettorale, creando un clima di sospetto”
Palazzotto giunge così al punto politico: richiamare il ministro dell’Interno Salvini e il governo alle loro responsabilità, fino al punto di dimettersi. “In un Paese civile”, afferma Palazzotto dinanzi a tanti giornalisti, “un ministro degli Interni che sostiene di avere prove che non esistono e accusa giornalisti e deputati avrebbe dovuto dimettersi. Salvini è un cialtrone a capo di un movimento politico e continua a fare campagna elettorale, creando un clima di sospetto che spero non sia anticamera di qualcosa di peggiore”.
Il racconto di Josefa. La conferma della denuncia alle autorità spagnole contro la Guardia costiera libica
“Josefa era sotto shock e non siamo certo stati a interrogarla, è stata assistita. Ricordava solo che era a bordo dell’imbarcazione con sua sorella e non sapeva che fine avesse fatto. Ricordava che erano arrivati i libici per il soccorso, ma non cosa fosse accaduto dopo”, ha riferito Erasmo Palazzotto rispondendo in conferenza stampa alla Camera a una domanda sulla testimonianza di Josefa. “Sarà la magistratura spagnola a sentirla quando sarà in grado di rispondere”, ha aggiunto Palazzotto, confermando che la Ong ha presentato denuncia in Spagna contro la Guardia costiera libica per omicidio volontario e omissione di soccorso e il comandante del mercantile che ha vegliato per ore l’imbarcazione dei migranti, tra cui Josefa, in attesa dei libici. “Più tutti gli altri eventuali responsabili, singoli o istituzioni, che saranno individuati”, ha detto il deputato riferendosi a possibili colpe delle autorità italiane, non indicate nella denuncia. In conferenza stampa anche il cuoco Lorenzo Leonetti, imbarcato sulla Open Arms, che ha denunciato “un clima di diffidenza esasperata in Italia su quanto accaduto da parte di stampa e politici. E’ imbarazzante dovere essere qui a parlare”.