Sono stati designati l’Ad e il presidente Rai, rispettivamente Fabrizio Salini e Marcello Foa. “Dalla ‘rivoluzione’ al ‘tutto come previsto’ scrivono in una nota congiunta, l’Esecutivo Usigrai, Fnsi e Ordine dei Giornalisti. “Dopo la sceneggiata dei casting, tutto si conclude con l’ad previsto da settimane. La rivoluzione può attendere: per ora in scena solo il vecchio rito di spartizione partitocratica. Un motivo in più per dire a uno dei protagonisti – il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio – di cominciare con il portare rispetto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori della Rai: altro che ‘parassiti e raccomandati’, in Rai lavorano professionisti che garantiscono ancora oggi al Servizio Pubblico – nonostante il cappio dei partiti e dei governi – di essere la prima azienda radiotelevisiva italiana”.
“Siamo di fronte a una palese violazione della legge: il governo non ha alcun titolo per indicare il Presidente della Rai” scrive l’Usigrai. A differenza della Gasparri, la Legge Renzi (art.2 comma 5) non assegna al governo alcun ruolo nella scelta del Presidente. La scelta compete esclusivamente al Consiglio di Amministrazione, che può indicare uno qualunque dei suoi 7 componenti, e alla Commissione di Vigilanza che deve ratificare. Chiediamo ai Consiglieri di Amministrazione e ai Commissari di Vigilanza una presa di posizione netta contro questa invasione di campo in violazione della legge e delle loro prerogative, riaffermando la loro autonomia di scelta. E ai Presidenti delle Camere, alle Autorità di controllo un intervento per imporre il rispetto della legge.