Avrebbe fatto da scudo al suo amante. Non era Fortunata Fortugno il bersaglio dei killer dell’agguato dello scorso marzo a Reggio Calabria, ma il suo compagno Demetrio Lo Giudice, ritenuto dagli inquirenti il boss dell’omonimo clan. Da pochi giorni sono in carcere le quattro persone fermate dalla squadra mobile di nell’ambito dell’operazione “de Bello Gallico”, l’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica che ha fatto luce sull’omicidio di Fortunata Fortugno, la donna uccisa in un agguato mentre era in auto con il suo compagno, e su un presunto gruppo mafioso emergente che voleva impadronirsi del quartiere di Gallico, alla periferia nord di Reggio Calabria. Il gip ha convalidato i fermi e ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Paolo Chindemi, Mario Chindemi, Santo Pellegrino, Ettore Corrado Bilardi. Dei quattro solo Paolo Chindemi è accusato dell’omicidio di Fortunata Fortugno, e del tentato omicidio di Demetrio Lo Giudice, avvenuto la sera dello scorso 16 marzo mentre i due erano appartati sul sedile posteriore del fuoristrada dell’uomo, in una zona isolata nelle vicinanze del torrente Gallico.
A Paolo Chindemi viene contestata anche la detenzione e il porto della pistola utilizzata per commetterlo. Tutti e quattro, invece, sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa; detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco (pistole, revolver e fucili, clandestini e comuni da sparo) aggravati dalla modalità mafiose; detenzione illegale di segni distintivi e oggetti in uso ai corpi di polizia (quattro casacche della Dia e un giubbotto antiproiettile) aggravati dalle modalità mafiose; furto di motocicli aggravato anche dalle modalità mafiose.
Secondo la ricostruzione della Dda, guidata dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, il killer avrebbe approfittato del fatto che la zona fosse isolata per portare a termine l’agguato. Attraverso le immagini delle telecamere, gli uomini del questore Raffaele Grassi e del capo della mobile Francesco Rattà sono riusciti a risalire a un’Audi A3 che sarebbe stata utilizzata quella sera dai sicari.
A sparare, secondo l’accusa, è stato Paolo Chindemi, figlio di Pasquale Chindemi ucciso poche settimane prima sempre a Gallico. Alla vista del sicario – sempre in base alla ricostruzione degli inquirenti – Demetrio Lo Giudice (ritenuto vicino alla cosca Tegano) si sarebbe coperto con il corpo della donna ed è stato, comunque, raggiunto da un colpo di pistola al braccio. Ma Lo Giudice è riuscito alla fine a prendere la sua moto e scappare, raggiungendo l’ospedale dove Fortunata Fortugno è morta.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21