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“Le Mujeres Creando”. Una formazione di sole donne, che porta avanti un’idea di bellezza e poesia

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Una formazione di sole donne, che porta avanti un’idea di bellezza e poesia, al di là dei confini della musica. Il gruppo “Le Mujeres Creando” – Assia Fiorillo, voce, Anna Claudia Postiglione,  chitarra, Igea Montemurro, violino,  Giordana Curati, fisarmonica e Marisa Cataldo,  batteria – si contenderà con il brano  “”E Je Parlo ‘E Te”“, la finale del premio promosso da Amnesty International  “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty”. Esibendosi sabato 21 luglio con  altre canzoni tratte dall’album “Le stelle sono rare” nella cornice veneta di Rosolina mare (Rovigo) e sullo stesso palco dove salirà anche Brunori Sas.

Con i versi  “Se non posso chiamarlo amore allora lo chiamerò così, con il nome tuo”, si propone una canzone al di là degli schemi convenzionali, che Assia Fiorillo canta in dialetto napoletano, con rara intensità. Difficile parlare di omofobia fuori dagli stereotipi e gli schemi eppure la sua voce intensa e i suoni delle Mujeres Creando con la canzone “E Je Parlo ‘E Te” riescono a raccontare quanto si possa essere orgogliosi di un amore, anche quando questo sentimento non viene capito o viene discriminato perché esiste tra due persone dello stesso sesso.

Attraverso una appassionata dichiarazione d’amore, il brano affida alla forza dei sentimenti il potere di far uscire dal silenzio la relazione d’amore tra due donne, sfidando il giogo sociale dello stigma e del pregiudizio omofobico. Le Mujeres Creando si prendono la responsabilità di farsi portavoci di un tema e una storia. “De Andrè ci insegna che siamo “tutti coinvolti” e noi con “E Je Parlo ‘E Te”  non ci tiriamo indietro – spiega Assia Fiorillo – l’intimità e la delicatezza che caratterizzano il mood del brano non devono ingannare l’ascoltatore che si trova davanti ad una vera e propria denuncia verso chi nega la dignità e la legittimità dell’amore omosessuale. Una tematica, l’omofobia che nella nostra società, nonostante i traguardi raggiunti in termini di leggi per tutela e l’affermazione dei diritti, ancora sopravvive nel tessuto socio-culturale producendo disagio, malessere ed esclusione soprattutto nei giovani. Per non parlare delle tante società, non lontane dalla nostra, in cui l’omosessualità è un reato e tantissime ragazze e ragazzi sono costretti a nascondersi o a rifugiarsi in altri paesi per sfuggire alla persecuzione e alla morte. Per questo motivo ci sembrava importante portare una canzone come questa in un contesto in cui potesse avere tanta visibilità, quella visibilità che spesso viene negata anche nelle cronache, quando c’è di mezzo un amore omosessuale. Se volessimo fare un elenco delle persone omosessuali assassinate o che si sono suicidate perché subivano discriminazioni, questa lista sarebbe piena di omissis. Le storie e i nomi restano troppo spesso anonimi. Noi chiediamo invece di poter chiamare l’amore con il nome della persona amata, chiunque essa sia”.

“Le Mujeres Creando” sono arrivate in finale al contest Voci per la libertà dopo essersi  aggiudicate il Premio Web Social 2018, indetto da Amnesty International Italia e da mesi sono impegnate in un fortunato tour in tutta Italia. Il loro cd, “Le stelle sono rare” è un album dedicato al sentimento e al tema più musicale del mondo, l’amore. Dieci tracce, di cui nove inedite, su uno stile  etno pop raffinato e ricco di suggestioni e storie dal sapor mediterraneo.


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