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La città delle “cento chiese”

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di Sabrina Milone

A Corleone a casa nostra, si intrecciano percorsi d’arte e di storia nelle antiche vie del centro storico che tanto raccontano, eppure ancora oggi un marchio indelebile, che la realtà corleonese non merita, pesa sul nostro orgoglio di appartenenza a questa città.
Condivido volentieri un lontano ma vivo  ricordo risalente al 1984, in quell’anno frequentavo la IV Ginnasio del Liceo Classico “G. Baccelli” di Corleone, scuola che ha sempre offerto a tutti gli studenti opportunità culturali molto interessanti, infatti, eravamo a Siracusa per assistere alle rappresentazioni greche ospitati, per i giorni della nostra permanenza, in uno dei villaggi vacanze più esclusivi di quegli anni.
Una mattina a colazione avevamo avuto l’occasione di dialogare con una coppia, che proveniva dal nord Italia, la signora con un tono molto cordiale mi chiese la nostra provenienza e con molta spontaneità dissi una sola parola :“Corleone”, lei sbalordita rispose:“ Corleone? E vi portano qui?”.
Non risposi nemmeno, la leggerezza della mia età  non mi permise di dare il giusto peso a quelle parole e non avevo nemmeno colto la mortificazione racchiusa in quella infelice frase, ma nonostante tutto mi sono rimaste dentro e solo con il passare del tempo ne compresi perfettamente il senso.
Non ricordo più nemmeno i loro volti ma quell’avvenimento rimarrà un indelebile ricordo che ha provocato pensieri contrastanti come l’oppressione di essere racchiusi in un immaginario collettivo a noi troppo stretto  e la forte volontà di far conoscere la mia Corleone in maniera diversa, perché lì non c’era solo al mafia ma  anche testimonianze storiche, monumenti importanti e bellezze naturali in egual misura ad ogni altra città del mondo .
L’arte e la storia sono state da sempre le mie grandi passioni, ed erano nate proprio qui a Corleone la “città delle cento chiese”, preda di tante sofferte dominazioni straniere  come i Sicani, gli Elimi e i Fenici, presenze testimoniate da reperti archeologici ritrovati nel nostro territorio, come gli Arabi  che diedero un assetto geografico nel suo primo insediamento e ancora i Normanni, gli Angioini, gli Spagnoli e i Borboni, popoli che hanno portato sofferenza ma anche arte e cultura rendendo molto ricco il nostro patrimonio culturale  con pregiati gioielli di architettura, scrigni di preziose opere d’arte di mirabile bellezza.
Casa nostra, città natale di santi, beati, incisori, poeti, umanisti, scultori, pittori e di valorosi uomini che sacrificando le loro vite hanno contribuito a ridare dignità alla Sicilia.
Corleone un luogo d’arte, di storia e di tradizioni così importante da dover far conoscere per essere apprezzato da tutti.
Così che arriva la mia esperienza da volontario  FAI (Fondo Ambiente Italiano) a Corleone, un gruppo costituito da giovani corleonesi che come me sentivano il dovere di riscattare casa nostra attraverso l’arte, la cultura e la storia.
Ecco Corleone tra i siti nazionali aperti per le Giornate Fai di Primavera, ricordo con grande soddisfazione l’apertura del Monastero del S.S. Salvatore con le Cascate delle Due Rocche, riportata su tantissime testate giornalistiche nazionali ed  un intero servizio sul programma della Rai, “Buongiorno Italia” dedicato a Corleone solo per arte, storia e natura, finalmente un’immagine diversa rivolta solo al nostro patrimonio artistico e culturale senza pregiudizi e umiliazioni.
E ancora negli anni a seguire le aperture: degli “Oratori del Venerdì Santo”, meravigliose opere barocche ricche di storia e ammirate da tanti visitatori venuti da ogni parte della Sicilia; dell’Aula Consiliare del Comune di Corleone, chiusa a tutt’oggi per via del commissariamento prefettizio, per ammirare le straordinarie incisioni di Giuseppe Vasi e per raccontare la nobile storia della Città di Corleone anche attraverso i simboli istituzionali, con la precisa volontà di avvicinare i giovani studenti alle istituzioni attraverso l’universale bellezza dell’arte; il “Tesoro della Chiesa Madre” con i suoi preziosi argenti, dipinti e paramenti sacri; il Museo Etnografico del Corleonese che raccoglie oggetti che raccontano della vita agropastorale  del territorio corleonese; il Museo “Pippo Rizzo” con i suoi interessanti reperti archeologici che tanto ci dicono sulle origini della nostra Città e tanti altri pregiatissimi luoghi d’arte che di tutto ci parlano tranne che di vicende legate alla mafia.
E ai giovani studenti l’opportunità di raccontare, ma soprattutto di conoscere il patrimonio culturale di casa nostra coinvolgendoli, in queste giornate, come Apprendisti Ciceroni  fieri di raccontare e mostrare le bellezze del nostro paese, riappropriandosi di quella identità storica culturale che ci appartiene.
A Corleone, a casa nostra c’è una comunità consapevole che la conoscenza e la cultura  danno la libertà di decidere, di scegliere tra il bene e il male, tra il bello e il brutto, tra il coraggio e la paura,  mai negando un doloroso trascorso ma custodendo la memoria di un degno passato sulla quale costruire il proprio riscatto, per dare dignità al nostro presente e un futuro di speranza a tutti i giovani corleonesi.

Da mafie

 


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