Bloccati i migranti sulla “Diciotti” dal diktat del ministro. Di Maio brinda in piazza per la “storica” abolizione dei vitalizi ai deputati. Il portavoce della Vroon: nessuna violenza a bordo della Vos Thalassa. La sinistra batta un colpo
Di Alessandro cardulli
Lega e M5S, il governo dell’osceno al guinzaglio di Matteo Salvini. Ne infila una dietro l’altra mentre Di Maio, facendo finta di contare qualcosa brinda a champagne davanti a Montecitorio per celebrare la “storica giornata”, l’abolizione dei vitalizi dei deputati che erano già stati aboliti. A proposito del brindisi, dicono alcuni presenti che non si trattava di champagne, quello vero, francese, figuratevi, visti anche i rapporti non troppo cordiali con Macron, ma di un frizzantino che si trova nei supermercati, tre euro è già tanto. Salvini, seppure da lontano, si trovava ancora a Innsbruck, stringeva un patto di ferro con la peggiore destra europea, il ministro degli esteri tedesco, quello che punta a far fuori la Merkel e il collega austriaco per sbarrare le porte ai migranti, inneggiare ai porti libici, dare pieni voti ai campi di concentramento. In attesa di allargare il patto a quelli ancora più a destra, capofila del razzismo, Orban in testa. Sempre il Salvini, l’incontro con i suoi amici avveniva alle 7,30 del mattino, trovava il tempo di inventarsi ben 600 mila nigeriani che si troverebbero in Italia. Clandestini da cacciare. Non sappiamo chi gli fornisce questi numeri, forse, prima di parlare, dovrebbe consultare le statistiche. Già che c’era si travestiva da magistrato e ribadiva che non dava alcuna autorizzazione allo sbarco dei migranti dalla Diciotti. Se ne restino lì i 67. Lasceranno la nave quando vedrà scendere qualcuno di loro in manette. Crudeltà, non vi è altra parola da usare. Nel frattempo mentre da cinque giorni si prolungava la sofferenza di donne, bambini, uomini sballottati prima su un rimorchiatore, poi sulla nave della guardia costiera italiana, Di Maio che non pronunciava parola, addirittura perdeva la voce per la vittoria di M5S, si vedeva sfuggire dalle mani il decreto cosiddetto “dignità”. Non solo tornavano i voucher a piene mani ma spariva la causalità, i motivi per cui ci si faceva ricorso. Lavoro precario e basta. Di nuovo vinceva la Lega, con il ministro Centinaio che gongolava e portava a casa un risultato per i suoi clienti, agricoltori fasulli che usano i migranti per i lavori più faticosi, con salari, si fa per dire, di fame e le aziende turistiche che offrono lavoro, si fa sempre per dire, a chiamata, a giornata o meglio a nottata, quando si tratta di locali notturni. Tornando alla “vittoria” di Di Maio vi è anche da dire che non si è trattato di un voto della Camera ma di un provvedimento della Presidenza. Voluto da Fico, che ha visto anche il sì del Pd. Il provvedimento di cui si parla in altra parte del giornale comporterà per il bilancio dello Stato un risparmio di, ci vergogniamo perfino a dirlo, quaranta milioni. Pochi spiccioli se si pensa che l’attuazione di quanto promesso nel libro dei sogni, il contratto di governo, avrebbe un costo di circa 130 miliardi.
Intanto arriva una mazzata. La nostra economia perde i pezzi, fanalino di coda in Europa
Non solo. Mentre Di Maio brinda perché questo sarebbe un suo successo da mettere in campo di fronte al Salvini che ormai spazia dove più gli pare, vicepremier, ministro, magistrato, poliziotto, arriva una mazzata che riguarda le prospettive economiche. Ormai è un dato di fatto che ci troviamo in una fase di nuove difficoltà. Invece di crescere la nostra economia fa come il gambero, marcia all’indietro. Non più una crescita dell’1,5% per l’anno in corso ma l’1,3%e per il 2019, l’1,1%, fanalino di coda in Europa. Dalla Commissione Ue arriva una spiegazione di questo rallentamento: “I rischi al ribasso sulle prospettive di crescita sono diventati più prominenti di fronte a una riaccesa incertezza di politiche a livello globale e domestico. A livello interno, ogni riemergere di timori o incertezze sulle politiche economiche, e il possibile contagio dei tassi più alti sui costi di finanziamento delle imprese, possono peggiorare le condizioni del credito e zittire la domanda interna”. Il ministro Tria incassa il colpo e cerca di indorare la pillola assicurando che non ci sarà una manovra economica bis. Ma sempre da Bruxelles la Corte dei Conti europea fa sapere che la “flessibilità concessa all’Italia è stata eccessiva”. Un avvertimento molto chiaro.
Sia al Di Maio che al Salvini, non parliamo di Conte, il presidente del Consiglio, sempre del tutto estraneo agli avvenimenti, cui si è rivolto il Capo dello Stato per avere notizia sulla assurda vicenda che stanno vivendo 67 migranti, 67 prigionieri perché di questo si tratta, non importa alcunché. Questo è il governo dell’osceno e della crudeltà. Aggiungiamo dell’assurdo. Al momento in cui scriviamo la nave è entrata in porto ma lo sbarco non è stato autorizzato.
Il ministro dell’assurdo insiste: “O qualcuno scende in manette oppure tutti nella nave”
Salvini, come un disco disastrato, ripete che i violenti devono scendere in manette. Altrimenti nessun può sbarcare. Dalle indagini risulta che due migranti potrebbero essere accusati di violenza privata aggravata ai danni di membri dell’equipaggio della Vos Thalassa, il rimorchiatore che ha operato le operazioni di salvataggio. Nei giorni scorsi sulla scia di Salvini si è parlato di insurrezioni a bordo, di “facinorosi, dirottamenti, minacce di morte”. I giornalacci della destra hanno soffiato sul fuoco. I ministri Toninelli, infrastrutture, porti compresi, Trenta, Difesa, hanno cercato di smarcarsi, ma sono presto rientrati nei ranghi, così come cuor leone Di Maio. A smentire tutto, e di questo la Procura di Trapani dovrà tener conto, arriva la dichiarazione di Cristiano Vattuone, portavoce della Vroon, la società olandese proprietaria della nave che lavora nel servizio di sorveglianza di una piattaforma petrolifera Total e che ha raccolto i migranti.
“Nessuna insurrezione a bordo, nessun ammutinamento, nessuno è stato pestato”
Intervistato da “La Verità” dice: “Nessuna insurrezione a bordo, la situazione è stata ingigantita dai giornali, non c’è stato nessun ammutinamento e nessuno è stato pestato”. Allora cosa è veramente accaduto tra domenica e lunedì? E perché la guardia costiera italiana ha negato le informazioni dovute ai mass media, trasformando una drammatica vicenda in un “giallo del Mediterraneo” sul quale ha messo la firma Salvini? La ricostruzione che è stata fatta si base su una mail intercorsa in quelle ore tra la nave Vos Thalassa, la sala operativa di Roma e la sede della società armatrice. La richiesta di aiuto c’è stata – conferma Vattuone – ma era volta a favorire un rapido intervento risolutivo della Guardia costiera italiana, come poi è accaduto ma nega che a bordo della Vos Thalassa sia accaduto qualcosa di così grave da far ipotizzare una situazione di ammutinamento a bordo o peggio ancora di “dirottamento”, parole usate dal Salvini. E sulla questione interviene su Twitter anche Roberto Saviano: “Una montatura, oro che cola per Salvini – afferma – che si sarà forse chiesto quanto poteva salire nei sondaggi se invece dei suoi selfie avesse postato foto di migranti in manette”. Due considerazioni finali: se ci sono, ma il portavoce della Vroon smentisce, due “facinorosi” fra i migranti li si trattenga sulla nave in attesa delle decisioni della procura di Trapani e si facciano scendere tutti gli altri. A noi pare una cosa di buon senso. Altra cosa di buon senso. Si devono ringraziare quelle persone, giovani in primo luogo che hanno atteso i migranti, portavano le “magliette rosse”, un simbolo che ricorda i bambini che sono morti e che Salvini non sopporta, lo fanno andare in bestia. E una domanda. Ma la sinistra dove era? Non basta un tweet per lavarsi la coscienza. C’è in corso una operazione di estrema destra, una oscenità politica, per destabilizzare la nostra democrazia e comporre in Europa un fronte razzista. Una risposta di massa è quanto mai urgente.