Se fossimo persone serie (e non a-patici, a-politici, a-polidi), pretenderemmo, con ogni mezzo, che i regolamenti delle nomine Rai (e altre entità di emanazione statuale) fossero esplicitati senza ipocrisie e secondo schemi di ‘neo.etica’ che tentiamo così di enucleare. Dunque
La Rai, in quanto servizio pubblico, attua, recepisce, diffonde (con ogni mezzo di informazione e trattenimento) quanto e quanti la pubblica maggioranza degli elettori ha insignito del potere di governo. Nomine, assunzioni, consulenze, frammentazioni riflettono e sono commisurate all’equilibrio instabile, al ‘do un des’ delle forze in campo e del loro potere contrattuale. Riunite in apposita, permanente Commissione di Vigilantes.
Tant’è che anche alle minoranze molecolari, agli sperduti nei buio, ai diseredati e dissidenti per inadeguatezza al ‘saper vivere’ (in società) sono concessi, alla chetichella, appositi ‘spazi di acceso’ basati sull’autogestione e sulle vettovaglie portate da casa. Se tutto ciò si chiama “lottizzazione” (democrazia alla ‘paraffina’) ben vangano tali metodi di decisionismo, rettitudine ed equità. Patti chiari..(dis)amicizie lunghe. Quanto basta.
ps Sottinteso: Il Sig. Foa e Il Sig. Salini, candidati a quanto ci risulta, e rispettivamente, alla Presidenza Rai ed ad Amministratore Delegato (essendo occasionali, intercambiabili, barattabili con altri equipollenti) non inquietano più di tanto il nostro sonno, inquietato di suo