Un business per decine di miliardi in Egitto che vede in prima linea molte aziende europee, tra cui alcune italiane, ha visto materializzarsi i primi attesi risultati. A discapito dell’etica, ignorando volutamente i metodi da regime del governo egiziano, e della dignità, per quanto riguarda l’Italia, che ha visto al Cairo, capitale del Paese, massacrare un giovane ricercatore i cui familiari sono ancora in attesa di verità e giustizia.
Questo pezzo non poteva dunque che iniziare con un ricordo di Giulio Regeni, 27enne di Fiumicello scomparso il 25 gennaio del 2016 e ritrovato morto 9 giorni dopo, il 3 febbraio, con evidenti segni di tortura su tutto il corpo lungo la strada che da Giza si estende verso Alessandria.
Oggi il presidente Abdel Fatah al Sisi ha inaugurato uno dei primi parchi eolici a Gabal el Zeit, nel governatorato del Mar Rosso, e tre centrali elettriche a gas realizzate dall’azienda tedesca Siemens.
I nuovi impianti, come ha tenuto a rassicurare nel suo discorso l’ex generale rieletto lo scorso aprile alla guida dell’Egitto, “contribuiranno a mitigare gli effetti della grave crisi energetica che ha causato, a partire dal 2014, continui blackout e disagi modernizzando così il nostro Paese”.
I dettagli dell’operazione sono stati resi noti da Mohamed Erfan, capo dell’Autorità di controllo amministrativo, il quale ha specificato che “lo Stato ha aggiunto circa 25.000 megawatt dal luglio 2014 al luglio 2018, pari all’84 per cento della capacità totale della rete nazionale e un surplus del 25 per cento”. E non è finita qui. Il governo intende costruire almeno altre undici nuove stazioni elettriche di trasformazione entro il primo trimestre del 2019.
In poche parole, l’Egitto è passato da un deficit energetico a un’eccedenza che vuole implementare, con possibilità di esportazione nei paesi vicini e perfino in Europa.
Non poteva essere diversamente vista la portata degli investimenti, oltre 10 miliardi per progetti da realizzare entro il 2020. E l’Italia delle rinnovabili avrà un ruolo di primo piano grazie ad accordi con radici triennali favoriti dal supporto di RES4MED, associazione a guida italiana tra le più attive nel promuovere la diffusione di massa delle fonti di energia alternativa nei Paesi del Mediterraneo e dell’area Sub-Sahariana con oltre 5 anni di esperienza nel dialogo su policy e organismi di regolamentazione, supporto tecnico e capacity building.
Era inevitabile che l’attivismo dell’Egitto nel settore, dopo l’avvio di incentivi con l’obiettivo di installare 5000 MW al 2018 e l’impegno da parte del Gestore di rete egiziano di acquistare l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici ed eolici che accedono ai suddetti incentivi. stimolasse i signori del business italiano.
Il primo a stringere accordi con l’Egitto è stato il Gruppo Italcementi, tramite la controllata Italgen, che negli anni scorsi aveva siglato al Cairo con il Ministero dell’Energia e dell’Elettricità un Memorandum of Understanding per la ealizzazione di un importante parco eolico sulle coste del Mar Rosso per un investimento iniziale di circa 130 milioni di euro.
L’accordo si inserisce nell’ottica dei positivi rapporti commerciali fra Italia ed Egitto, che hanno fatto del nostro Paese uno dei principali partner industriali del Cairo.
‘Entrare’ nel piano di politica energetica varato dal Governo egiziano per sostenere gli investimenti stranieri destinati allo sviluppo delle energie rinnovabili, era il sogno di molte aziende.
Italcementi ce l’ha fatta e ha avviato da tempo una stretta e fattiva collaborazione con il Ministero dell’Elettricità e dell’Energia con un piano di fattibilità nel settore eolico, coerentemente con le linee di sviluppo del Governo egiziano che prevede entro il 2020 una quota di almeno il 20% di energia elettrica da fonti alternative.
“In base al Memorandum of Understanding – si legge in un documento che ci ha fornito una fonte di Confindustria che chiede l’anonimato – il Gruppo Italcementi valuterà un progetto per la possibile realizzazione nell’area del governatorato del Mar Rosso di un parco eolico che, in base alle stime contenute negli studi di fattibilità del 2008, potrà raggiungere in fasi successive i 400 MW di potenza installata, dando vita ad uno dei maggiori insediamenti eolici finora realizzati”.
Questo progetto, in un Paese ricco di risorse energetiche di origine fossile, evidenzia quanto sia appetibile per qualunque società partecipare allo sviluppo di lungo periodo dell’Egitto sulla scia del piano di modernizzazione identificato dal Governo per il futuro prossimo del Paese.
Il tutto ignorando deliberatamente le sistematiche violazioni dei diritti umani, più volte denunciate da questo sito ancor prima del caso Regeni, che il regime di al-Sisi continua a perpetrare nell’indifferenza di chi ha il solo interesse di far proliferare gli affari.
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