di Marilisa Badami
A Corleone a Casa Nostra, ogni cittadino può decidere di scrivere il copione della propria vita.
In questa tanto bella quanto travagliata cittadina è possibile percepire quel dramma dell’esistenza umana di pirandelliana natura, in cui il corleonese di oggi si confronta con il corleonese del passato, cadendo spesso in turbolente crisi di identità e in tragiche forme di incomunicabilità.
La mia Casa è bella perché i suoi cittadini sentono vivo il bisogno di doversi rivelare agli altri per cercare, sempre, di dare un senso alla clamorosa circostanza dell’essere nati a Corleone.
Ed è proprio su questo enorme e variegato palcoscenico che più di trenta anni fa alcuni ragazzi decidevano di iniziare a raccontarsi attraverso una passione comune: il teatro.
Nel 1985, in un giorno qualunque e nel bel mezzo delle guerre di mafia, un gruppo di giovani fondava l’associazione “Ce.Pro.S.”, acronimo utilizzato per indicare un centro di promozione sociale e culturale, con l’intento di alleviare, attraverso la cultura, i dolori e i traviamenti interni di una cittadina maledetta.
Dopo i primi tempi colmi di iniziative culturali di vario genere, nel 1990 il “Ce.Pro.S.” si arricchisce attraverso la nascita di un gruppo teatrale che, ininterrottamente anno dopo anno e sino a oggi, ha portato in scena circa sessanta lavori teatrali con più di cento repliche rappresentate.
Il “Ce.Pro.S.” si è cimentato, inoltre, nella realizzazione di cortei e rievocazioni storiche, ricostruendo tra le splendide vie e i suggestivi quartieri di Corleone la “Via crucis di Cristo”, “La venuta di Garibaldi a Corleone” realmente accaduta il 10 luglio del 1862, o “L’arrivo dei Lombardi a Corleone” avuto luogo nel 1282, tutte manifestazioni che hanno visto coinvolti non solo gli attori e i membri stabili dell’associazione, ma anche gran parte dei cittadini corleonesi, realizzando così qualcosa di ineguagliabile.
Il gruppo diviene sempre più numeroso e quelli che erano i giovani fondatori si ritrovano oggi a recitare con i propri figli, attuando un passaggio del testimone rivelatosi quasi naturale.
Così, nel corso degli anni, il Ce.Pro.S. diviene ben presto la chiara manifestazione del fatto che quando a Corleone un gruppo di individui si riunisce fino a tarda notte non è solamente per delinquere. Sì, perché persone che durante il giorno sono impiegati, insegnanti, medici, ingegneri, commercialisti, avvocati, studenti, artigiani e liberi professionisti, la notte si trasformano in attori dilettanti intenti a studiare copioni di vari autori e a dare vita a incessanti prove teatrali.
Dal 1995 ogni anno prende vita la “Rassegna del Teatro Amatoriale Città di Corleone” che nel 2018 ha raggiunto la XXIV edizione e che negli anni ha coinvolto decine di gruppi teatrali provenienti da tutta la Sicilia e dalla Calabria.
Quella della recitazione è l’arte del riuscire a immedesimarsi in un altro personaggio e trasmettere forti emozioni con la massina semplicità. Il teatro è uno stile di vita, è inganno ma anche realtà, è un luogo magico dove tutto è possibile.
La presa di coscienza della propria individualità e la riscoperta del bisogno di esprimersi al di là delle forme stereotipate, nel 2004, ha permesso agli attori del Ce.Pro.S. di calcare le scene di teatri non solo siciliani e di ritrovarsi a parlare di Corleone prima a Nichelino in Piemonte e dopo a Basilea in Svizzera.
Ancora nel 2011, la voglia di far comprendere al meglio la natura positiva della realtà sociale di appartenenza ha portato il gruppo teatrale a partecipare al XXXII “Concorso nazionale del teatro dialettale Stefano Fait” tenutosi a Laives in Trentino Alto Adige e ad aggiudicarsi il II posto in classifica su tutte le altre regioni partecipanti.
In tale occasione quel secondo posto ha avuto il sapore della rivalsa su tutte le ripetute umiliazioni e frustrazioni di cui i cittadini corleonesi onesti da sempre hanno dovuto farsi carico.
Il teatro in tali circostanze è divenuto l’elemento costitutivo della voglia di ripulirsi dalle etichette e ha permesso di guardare e, forse, scoprire un’altra faccia di Corleone.
E’ in queste occasioni che lo spettacolo di quell’esistenza travagliata sembra cambiare trama e risulta possibile individuare una seria di scambi e di rimandi, dove la vita si fa materia impalpabile eppure concreta, nutrita dal respiro di chi cerca di vivere onestamente e cerca di raccontare un mondo che molti non conoscono e da cui a volte si allontanano per paura o per disprezzo.
Attraverso il teatro, il “Ce.Pro.S.” ha avuto la possibilità di imparare a vivere i propri sforzi e risultati non solo come forma risarcimento da una storia passata dannatamente ingombrante, ma anche come il frutto delle azioni del presente.
Diventa così di estrema importanza per ognuno assumere un ruolo sociale al fine di prendere parte al grande percorso di cambiamento iniziato da tempo. Possibilmente, senza mai più seguire copioni già scritti da mani del passato.