«Ricordiamo – proseguono il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il segretario dell’Usigrai Vittorio di Trapani – che la Vigilanza ha competenza sulla Rai, ma in generale su tutto il sistema radiotelevisivo, quindi anche sulla azienda del Presidente della Commissione. È incredibile che questo avvenga in un silenzio assordante».
Per il sindacato, «siamo oltre il Patto del Nazareno. È una partita alla quale hanno partecipato tutti i principali partiti. Nelle ore delle nomine in Cda Rai – chiedono Fnsi e Usigrai – qual è lo scambio tra tutti i partiti? Qual è l’indicibile patto sulla pelle della Rai Servizio Pubblico?»
Sempre oggi, oltre al presidente Barachini (esponente di Forza Italia), in commissione parlamentare di Vigilanza Rai sono stati eletti i vicepresidenti Antonello Giacomelli del Pd e Primo Di Nicola del Movimento 5 Stelle e i segretari Michele Anzaldi (Pd) e Massimiliano Capitanio (Lega).
Eletti anche i componenti del nuovo Consiglio di amministrazione della Rai di competenza del Parlamento: si tratta di Rita Borioni e Beatrice Coletti, eletti dall’aula di palazzo Madama, e Igor De Biasio e Gianpaolo Rossi, eletti dalla Camera dei deputati.
Restano da individuare altri tre componenti del nuovo Cda, due dei quali saranno indicati dal governo, mentre l’ultimo sarà eletto dai dipendenti Rai. Una volta completato il nuovo Consiglio si procederà a designare il nuovo presidente e il nuovo amministratore delegato dell’azienda concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo.
Intanto le nomine dei membri del Cda Rai e del presidente della commissione di Vigilanza finiscono nel mirino di Codacons e Associazione Utenti servizi radiotelevisivi, che annunciano un esposto all’Anac «affinché – spiegano, in una nota, le due associazioni – apra un procedimento sulla correttezza delle nomine sia per quanto riguarda il Cda dell’azienda, sia per la commissione di Vigilanza, affidata ad un ex dipendente Mediaset in situazione di potenziale conflitto di interessi».
Le stesse nomine saranno inoltre impugnate al Tar del Lazio, «perché – prosegue la nota – decise in totale mancanza di trasparenza e senza tenere conto dei requisiti e del curriculum di tutti i soggetti che hanno presentato la propria candidatura, con evidente danno per gli utenti che finanziano la Rai attraverso il pagamento del canone». Un ulteriore ricorso al Tar sarà presentato dal presidente Codacons Carlo Rienzi, perché «formalmente candidato al Cda dell’azienda ed immotivatamente escluso dalla rosa dei nomi eleggibili, pur avendo tutti i requisiti per rappresentare gli utenti all’interno della Rai».