Dicevano che questa notte non sarebbe mai arrivata.
Dicevano che questa volta avevamo osato troppo.
Dicevano che saremmo stati schiacciati dal sistema.
Dicevano che avevamo zero speranze contro apparati di potere ben più forti ed organizzati.
Dicevano che eravamo troppo divisi e che non ci saremmo mai uniti.
Colleghe e colleghi,
il 19 luglio del 2018, tutti insieme, abbiamo recapitato un forte messaggio non solo a chi governa la nostra azienda ma a tutto il paese. Un segnale di coesione e senso di appartenenza. Abbiamo preferito l’unità alle barriere ideologiche, abbiamo deciso che è arrivata l’ora di cambiare qualcosa, abbiamo scelto di andare oltre gli steccati.
Abbiamo scelto di unirci e voi tutti avete onorato me, della vostra preferenza.
Sappiate però che il vostro lavoro non è finito la sera dell’elezione: avrò bisogno di voi perché so bene che la battaglia davanti a noi sarà lunga ma, con voi al mio fianco, sarà tutto più facile.
Un pensiero va a tutti gli altri candidati e candidate, ai loro sostenitori che hanno partecipato a questo acceso confronto e percorso elettorale; oggi vorrei dire loro che da questa elezione nessuno esce veramente sconfitto.
Ieri, insieme a me, tutti i lavoratori sono stati eletti al CdA e spero ci sarà presto l’occasione per un confronto costruttivo con tutte le associazioni, rappresentanti ed organizzazioni sindacali.
Permettetemi un ringraziamento a quel manipolo di amici che definisco “la Squadra dell’Impossibile” senza i quali tutto questo non sarebbe mai stato possibile, a Piero Pellegrino (Snater) e Emidio Grottola (avvocato RAI) per il loro sostegno alla mia candidatura. Deve finire oggi il tempo delle diatribe, deve invece cominciare quello dell’unità di intenti per una RAI migliore, per una RAI di e per tutti.
Colgo l’occasione per rivolgere un caro saluto a tutti le lavoratrici e i lavoratori di Roma, Napoli, Torino e Milano, delle sedi regionali, sedi distaccate ed uffici di corrispondenza sparsi per il mondo, con particolare riferimento ai colleghi e colleghe portatori di handicap o in condizioni di disagio.Tra qualche anno mi guarderò indietro e penserò alla serata del 19 luglio 2018, giorno in cui ricorre l’anniversario della morte di Paolo Borsellino, come il momento in cui la più grande azienda culturale d’Italia ha ripreso guardare il futuro con occhi diversi.
Concludo questa nota con il mio personale ricordo e pensiero a Roberto Tocci, amico e collega che vide nascere questa Associazione e che oggi non è più tra noi, così come a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e a tutti gli altri colleghi RAI che, nel tempo, ci hanno lasciato durante l’esercizio delle loro funzioni per questa meravigliosa azienda.
Grazie a tutti,
Riccardo Laganà.