Stop giornalisti minacciati e precariato: il 12 giugno manifestazione a Napoli

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Non c’è stato bisogno neanche dell’editto bulgaro. Il costruttore Caltagirone ha licenziato il direttore del Mattino Alessandro Barbano nello stesso giorno in cui giurava il nuovo governo targato Lega-M5S. Un inchino al potere. Del resto, al direttore i pentastellati proprio non vanno giù, non lo hai mai nascosto. È nel diritto dell’editore di cambiare in qualsiasi momento la guida del proprio giornale, ma la tempistica e il metodo inducono necessariamente a pensare male. Induce a pensare male lo stile dello stesso gruppo editoriale che ha deciso di infischiarsene della corretta dialettica sindacale, scegliendo, come primo atto, di uscire dalla federazione degli editori di giornali; proseguendo poi con i licenziamenti dei poligrafici e con una politica di tagli che fa temere sul futuro di quello che è ancora il più importante quotidiano del Mezzogiorno d’Italia. Tra le altre cose, la sede storica del giornale in via Chiatamone diventerà presto un centro commerciale e questo avrà certamente un contraccolpo sull’immagine della testata. Insomma, i problemi restano e sono strutturali. Alcuni intellettuali ed editorialisti del giornale parlano di silenzio attorno all’epurazione del direttore da parte di FNSI e Ordine dei giornalisti, oltre che da parte della politica. Sono distratti, ne abbiamo parlato e ne parleremo anche durante la manifestazione nazionale del sindacato dei giornalisti che si terrà a Forcella il prossimo 12 giugno. Ma sono distratti anche perché prima di questo licenziamento eccellente, ce ne sono stati altri. Proprio nell’era Barbano, mentre loro scrivevano in prima pagina, è stato completamente cancellato un intero settore del giornale, con lavoratori messi alla porta, ci sono stati tagli ripetuti ai collaboratori di “fascia bassa”, quelli che ora prendono 6 euro lordi per un articolo online, e la redazione giornalistica è uscita falcidiata da un lungo stato di crisi che ha portato a 19 prepensionamenti e altre uscite incentivate. Non se ne sono accorti, strano.


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