A novembre del 1985 Ciriaco De Mita e Bettino Craxi trovarono un accordo per la presidenza della Rai sul nome di Pierre Carniti. Gli telefonarono, e lo chiamò anche Achille Occhetto. Carniti spiegò, con la franchezza un po’ ruvida che lo ha sempre contraddistinto, che avrebbe voluto una Rai autonoma dai partiti, con una contabilità industriale trasparente e piena libertà di espressione per tutti. Verbalmente tutti gli diedero garanzie. Dopo pochi giorni fu chiamato ad una riunione che al tempo si definiva “vertice di maggioranza” e dopo molte belle parole gli dissero quale era il nome del suo vice presidente, in quota PSDI. Carniti rispose che da presidente avrebbe scelto da solo i suoi vice, secondo quanto stabiliva la legge. Il giorno dopo rifiutò l’incarico.
L’uomo era questo. E il titolo del suo libro più bello, “Remare contro corrente”, riassume la personalità di Carniti, sindacalista combattente, cattolico non democristiano, che voleva coniugare riformismo e solidarietà, capitale e lavoro nell’interesse della crescita sociale dei più deboli, e se possibile mettere insieme il diavolo e l’acqua santa nell’interesse dei lavoratori.
Sono fra i fortunati che, in età giovanile e quindi negli anni della formazione, ha avuto modo di incontrarlo spesso alla Cisl, di cui è stato segretario dal 1979 al 1985. Collaboravo e cercavo di imparare, in un sindacato duro con le controparti e nelle trattative, ma profondamente influenzato dalla passione di Carniti per il ragionamento, la cultura, il pensiero, la riflessione. Sui giornali di quella Cisl scrivevano filosofi come Bruno Manghi, ricercatori come Stefano Ceccanti, economisti come Ezio Tarantelli, che sempre in quel fatidico 1985 fu ucciso dalle brigate rosse. Gli anni delle grandi lotte operaie di fine anni ’60 erano già lontani, ma Carniti quella passione per il lavoro, per i meno fortunati, per chi faticava a guadagnarsi il pane ce l’aveva nel sangue e dagli ideali condivisi con Luciano Lama e Giorgio Benvenuto era nato il più forte sindacato unitario della nostra storia, la FLM, la federazione dei metalmeccanici.
Non sembra siano passati solo pochi decenni da quel mondo, sembrano secoli, e secoli pesanti. Un anno fa aveva reagito duramente con un lungo intervento alle dichiarazioni del movimento 5 stelle sulla volontà di riformare per legge il sindacato confederale. Era schivo e apparentemente burbero Pierre Carniti, ma non aveva mai rinunciato a nessuna battaglia in difesa del sindacato e dei lavoratori. Ci mancherà.