Ci sono gesti che diventano storie di coraggio, persone che mettono a rischio la propria vita per gli altri, senza chiedere niente in cambio ma che sarebbe giusto premiare. Come non pensare all’uomo che tutti i giornali francesi hanno definito “Spiderman”, ovvero il ventiduenne maliano, Mamoudou Gassama, che a Parigi ha “scalato” un edificio per salvare un bambino di 4 anni sospeso nel vuoto. Tre giorni fa, il “migrante eroe” ha ottenuto lo status di immigrato regolare per il suo gesto eroico. E come non ricordare John Ogah, il cittadino nigeriano di 31 anni che a Roma, il 26 settembre dello scorso anno, bloccò un rapinatore romano armato di mannaia, affrontandolo dopo averlo visto svaligiare un supermercato di Centocelle. Per il suo gesto Ogah ha ricevuto il permesso di soggiorno, su proposta dei carabinieri del Comando provinciale di Roma, ed è stato battezzato durante la veglia pasquale, in San Pietro, da papa Francesco.
Sono storie di coraggio, ma anche, in qualche modo, scelte di campo. Fra queste si iscrive a pieno titolo la “scelta di denuncia” di Roxana e di Marian, ovvero i due rumeni che, nel quartiere della Romanina, hanno deciso di denunciare il clan dei Casamonica. Due ragazzi che hanno messo la propria vita in pericolo e che oggi non nascondono la paura. Anche Roxana e Marian hanno un sogno: “Vorremmo crescere i nostri due figli da cittadini italiani”. Ecco: sognano di essere italiani. Proprio loro che hanno dato una lezione di cittadinanza a tanti italiani, in un quartiere dove poche (o nulle) sono le denunce.
“La Romanina è cosa loro”, dicono i cittadini del quartiere romano indicando la paura di molti nei confronti del “clan dei Casamonica”. Invece i romeni Roxana e Marian, che l’ultima campagna elettorale ha etichettato coniando il termine “aiutiamoli a casa loro”, ci hanno aiutato a casa nostra. Perché si sentono italiani e sognano, un giorno, di ottenere la nostra cittadinanza. Certi gesti possono infondere coraggio, convincere gli altri che “cambiare è possibile”. Sono gesti (e sogni) che meriterebbero una ricompensa, anche se non la chiedono. La denuncia di Roxana e Marian è stata da cittadini veri. Adesso tocca alle Istituzioni decidere se farli sentire davvero tali, conferendogli la meritata cittadinanza italiana.