E’ stata emessa l’ingiunzione di sgombero a carico di Officine Zero, multifactory innestatasi, in seguito a un processo di rigenerazione urbana condotto dal basso, all’interno della ex-RSI , le officine di riparazione treni notte in zona Portonaccio a Roma.
A darne la notizia sui social, le lavoratrici e i lavoratori di Oz che, con una lettera aperta spiegano come si sia arrivati a questo punto.
“Come chi ci ha seguiti sa, siamo una comunità di oltre 40 lavoratrici e lavoratori consolidata e riconosciuta fra le più attive nell’economia collaborativa e nella rigenerazione urbana dal basso a Roma e non solo. Negli anni abbiamo interloquito e fatto rete con dipartimenti universitari, enti di ricerca, fondazioni, associazioni, scuole e società civile in particolare nel nostro quartiere, Casalbertone. È a partire da questo che abbiamo iniziato a cercare una soluzione per la nostra vicenda: mettere a valore un’idea di lavoro e di città che partisse dalle esigenze di chi il lavoro lo svolge e la città la vive. Così ci siamo presentati oltre un anno fa al Comune di Roma ed al Municipio IV, richiedendo la pubblica utilità per il progetto, cioè non un’eccezione per noi, ma un’opportunità per tutta la zona nel quadro delle competenze degli enti a cui ci eravamo rivolti. La risposta è stata negativa, perché politicamente intervenire su un terreno privato non era ritenuto possibile. Il Municipio da allora ha persino rifiutato di incontrarci ulteriormente.” Si legge nelle lettera.
Lo spazio è infatti sottoposto a procedura fallimentare e presto andrà all’asta, adesso con un compratore certo: Bnl/BNP Paribas. “La stessa Bnl – scrivono ancora nella lettera aperta– che comprerà l’area per una cifra pari a 2 milioni di euro (ma di fatto li restituirà a se stessa, essendo il principale creditore del fallimento), ha chiesto di incontrarci, dicendo di voler salvaguardare il progetto ma nel quadro della loro operazione sulle ex officine Rsi. Nel corso degli appuntamenti è apparso chiaro che non fosse una trattativa ma una semplice concessione (3-400mq coperti all’interno dell’area come rappresentanza e lo spostamento della parte lavorativa in un capannone molto lontano, a ridosso del raccordo). Abbiamo perciò preteso che il coinvolgimento delle parti pubbliche, fino ad allora prevalentemente progettuale, dovesse concretizzarsi in una forma di mediazione diretta in questa vertenza, a partire dalla Regione, unico ente con cui avevamo ancora un dialogo aperto e a cui dobbiamo riconoscere di essersi assunta delle responsabilità politiche.”
Da qui la richiesta che va a chiudere la lettera: “Come Oz Officine Zero, ci preme innanzi tutto che ci sia un tavolo vero sulle sorti delle Officine, che negli ultimi giorni è stato semplicemente profilato da Regione e Comune, in cui si possa verificare senza ulteriori sotterfugi quali siano delle soluzioni congrue per il progetto di Oz ed accettabili sotto il profilo urbanistico, che mettano nero su bianco che non ci sarà speculazione edilizia su quest’area e che vi sia un’apertura verificabile al quartiere.”
E l’invito ad un incontro pubblico che avrà luogo mercoledì 27 giugno alle ore 18.30 presso Oz Officine Zero, in via Umberto Partini 20.