BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

In Egitto è morto un cittadino italiano. E qualsiasi governo del nostro paese, a prescindere dal suo colore, deve occuparsene

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Lo striscione è quello che ormai accompagna ogni spostamento di Paola e Claudio Regeni “VERITA’ PER GIULIO REGENI”.

Uno striscione dietro il quale ci siamo voluti riunire tutti, noi delegati al Congresso del Sindacato Giornalisti Rai UsigRai in corso a Bologna. Assieme al papà di Giulio e l’avvocato di famiglia, Alessandra Ballerini.

E’ così che possiamo rispondere. Sempre. E questa è solo l’ultima mossa di quella “scorta mediatica” che abbiamo voluto formare lo scorso anno per aiutare i genitori di Giulio affinchè il rapimento, la tortura e la morte del nostro ricercatore al Cairo non finisca nell’oblio.

Claudio Regeni ci ha ricordato quanto sia importante il ruolo della stampa. Ci ha ringraziati per quanto la RAI ha fatto in questi due anni e mezzo. Ma sappiamo che la verità sulla morte di Giulio è ancora lontana.

Difficile del resto pretenderla da un regime che ogni giorno continua a silenziare le voci del dissenso. Con arresti e sparizioni forzate.

Claudio Regeni ha ricordato Alma Fathy, moglie di Mohammed Lotfy che da due anni e mezzo assiste la famiglia del giovane ricercatore nella sua ricerca per la verità. Alma da più di un mese è in prigione e il suo arresto viene prolungato ogni due settimane. Mohammed Lotfy sa che un modo per colpire lui.

Eppure Mohammed  Lotfy,  come tanti altri, continua la sua battaglia, per Giulio e per i tanti egiziani scomparsi, torturati, uccisi.

“Se questo vostro lungo applauso è stato così potente è grazie al fatto che state lottando accanto a noi – ha detto Alessandra Ballerini –  Adesso è molto difficile che qualcuno non sappia chi era Giulio Regeni e che tre quattro persone al giorno, in Egitto, facciano la stessa fine”.

Lo striscione giallo nei giorni scorsi, esposto a un comizio del Ministro Salvini a Ivrea, ha portato al fermo e la schedatura di chi lo aveva esposto.

Sentiamoci liberi di continuare a esporlo. Anche fuori da un congresso di categoria. Sentiamoci liberi di continuare a chiedere a questo nuovo governo che venga fatta luce sulla tragica morte di Giulio.

Perché in Egitto è morto un cittadino italiano. E qualsiasi governo del nostro paese, a prescindere dal suo colore, deve occuparsene. Non derubricare la richiesta di verità e giustizia a una questione di famiglia.


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