MSF: “ostaggi delle agende politiche europee”. Salvini propone i lager in Libia, ma viene fermato
Di Pino Salerno
La nave dell’ong tedesca Lifeline, bloccata da giorni nel Mediterraneo di fronte alle coste maltesi, chiede di essere accolta in Francia: lo ha annunciato il fondatore dell’organizzazione, Axel Steier. “Chiederemo alla Francia di darci il benvenuto. Se non avremo una risposta, lasceremo Malta per andare al Nord… in Spagna o in Francia”, ha annunciato Axel Steier, rappresentante dell’associazione Mission Lifeline al microfono dell’emittente francese, RTL. L’ong tedesca Lifeline, la cui nave con i suoi 230 migranti a bordo è nel Mediterraneo e non è accettata né nei porti maltesi né in quelli italiani, venerdì ha scritto al governo spagnolo per chiedere aiuto. La situazione della nave intanto sta diventando preoccupante perché accoglie a bordo un numero di persone tre volte superiore alla capienza e comincia a scarseggiare il cibo, ha spiegato Steier.
Comandante Lifeline, salvare vite non è crimine
“Salvini sta giocando con i soccorritori privati, dovrebbe smettere di incolpare coloro che cercano di salvare vite umane. Salvare vite umane non è un crimine, non dovrebbe mai esserlo”, ha poi detto il comandante della nave Lifeline, Claus Peter Reisch, in un’intervista alla troupe di Sky Tg 24 che è salita a bordo della nave bloccata da giorni al largo di Malta. “Le persone – ha aggiunto Reisch – sono molto collaborative, aiutano anche nella pulizia dei gabinetti e del ponte. La situazione al momento è tranquilla, abbiamo acqua e cibo, le persone sono tranquille perché hanno un senso di sicurezza su questa barca. Siamo in contatto con le autorità, ma fino ad ora non abbiamo un porto sicuro dove sbarcare”. Nei prossimi giorni sono attese condizioni di mare in peggioramento. “Quando il meteo cambierà – ha sottolineato il comandante – cambierà anche la situazione sulla barca. Quando avremo un vento di 25 nodi e il mare alto un metro o fino a due metri, avremo 234 persone con il mal di mare sulla barca”.
Claudia Lodesani, presidente Medici senza frontiere: “migranti ostaggi delle agende politiche europee”
“Dopo la dolorosa odissea della Aquarius, costretta una settimana fa a raggiungere Valencia per sbarcare 630 persone soccorse nel Mediterraneo, siamo preoccupati per una nuova paralisi negoziale tra le autorità italiane e alcuni altri governi europei che rifiutano in queste ore di assegnare un porto sicuro di sbarco alla nave Lifeline e al cargo commerciale Maersk”, dichiara in una nota Claudia Lodesani, presidente di Medici Senza Frontiere. “Dopo terrificanti viaggi dai loro paesi di origine e in Libia, dove rifugiati e migranti subiscono sistematiche forme di violenza e sfruttamento, 339 persone soccorse in mare sono attualmente tenute in ostaggio dalle agende politiche europee. E’ tempo che i governi europei mettano al primo posto la vita delle persone, offrendo tutto il supporto necessario alle operazioni di salvataggio operate dalle navi private – di Ong o commerciali – e istituendo un meccanismo proattivo e dedicato di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale”. Quindi Lodesani ha concluso: “Considerato lo stallo del negoziato tra i governi sugli aspetti legali e politici, per ragioni strettamente umanitarie, Msf sollecita le autorità italiane ad assegnare con urgenza un porto sicuro alle due navi per offrire alle persone soccorse le cure e l’assistenza di cui hanno bisogno”.
A bordo della Lifeline un parlamentare europeo della Gue e due deputati tedeschi, dei Verdi e della Linke: “provata la disumanità delle politiche Ue”
L’eurodeputato portoghese Joao Pimenta del Gruppo Gue al Parlamento europeo ha concluso una “visita di solidarietà” a bordo della Lifeline per “richiamare l’attenzione sulla crisi in corso nel Mediterraneo in vista della cruciale riunione del Consiglio di giovedì”. Pimenta – precisa una nota del Gruppo – è stato sulla nave dove ha “assistito al peggioramento delle condizioni a bordo, ha ricevuto un briefing dagli operatori umanitari ed ha espresso la sua solidarietà con le persone soccorse”. Si prevede che le “condizioni in mare peggioreranno nelle prossime ore, mettendo a rischio la vita delle persone a bordo e rendendo urgente il permesso di attraccare nel più vicino porto sicuro”. Il gruppo Gue ha denunciato la “disumanità della politica migratoria dell’Ue e ha chiesto una soluzione urgente alla situazione delle navi bloccate, consentendo loro di attraccare in sicurezza. Chiediamo percorsi sicuri e legali verso l’Europa per i migranti, in linea con gli obblighi dell’Ue in base al diritto internazionale”, conclude la nota.
“Una situazione non solo stressante, ma anche pericolosa”: così la parlamentare del partito tedesco dei Verdi – portavoce per la politica migratoria del partito, Luise Amtsberg – ha descritto quanto accade a bordo della nave Lifeline. La parlamentare è salita sull’imbarcazione con il collega di partito Manuel Sarrazin e con il parlamentare della Linke, Michel Brandt. Provenienti da Malta, hanno trascorso diverse ore a bordo della nave, riferisce ‘Zeitonline’. Una situazione non solo pesante, ma anche pericolosa “tanto per i rifugiati quanto per l’equipaggio tedesco a bordo”. “La situazione medica e igienica è precaria”, ha aggiunto “e non può essere che la disputa sulle responsabilità europee metta a rischio vite umane”. “La situazione sul terreno è una catastrofe umanitaria”, ha commentato il parlamentare della Linke. “A 25 miglia di distanza da un porto europeo persone attendono di essere aiutate e il governo federale tace: è una dichiarazione di bancarotta nei confronti delle responsabilità sui diritti umani”.
La Francia: “tecnicamente deve accoglierli l’Italia”
“Tecnicamente, tocca all’Italia accogliere” la nave Lifeline, afferma il ministro francese per gli affari europei, Nathalie Loiseau, all’emittente France 2. “La Francia si appella al diritto internazionale: quando si ha un’imbarcazione e si effettua salvataggio in mare, questo è il caso delle persone a bordo della Lifeline, si attracca nel porto più vicino: Malta o l’Italia”. “Tecnicamente, in pratica, tocca all’Italia accogliere” la nave, aggiunge, ribadendo che “è la legge internazionale e noi non siamo qui per sostituire il diritto con la legge della giungla”. “D’altra parte non possiamo dire a Malta e all’Italia ‘fate tutto da soli’”, aggiunge, pronunciandosi a favore di “una presenza massiccia dell’Europa nei porti italiani per ascoltare (le richieste) dei passeggeri”, come avvenuto nel caso dell’Aquarius attraccata nei giorni scorsi al porto di Valencia.
In Libia, Salvini va a proporre hot spot al sud (lager), ma i libici lo smentiscono: ” non lo permettono le leggi libiche”, e dettano le condizioni
Centri di accoglienza per migranti ai confini a sud della Libia, rafforzamento delle frontiere esterne meridionali mediante l’addestramento delle forze libiche, una conferenza internazionale sull’immigrazione organizzata a Tripoli il prossimo settembre, appoggio dell’Italia alle posizioni della Libia in ambito europeo: questi i principali punti al centro della prima visita all’estero del vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, giunto questa mattina in Libia per una visita lampo. “Ci sono alcuni paesi europei come la Francia che hanno proposto questi hotspot, questi centri di accoglienza in Italia e in Europa. Questo sarebbe un problema per noi e per la Libia, perché i flussi della morte non verrebbero interrotti. Noi abbiamo proposto centri di accoglienza posti ai confini a sud della Libia per evitare che anche Tripoli diventi un imbuto, come l’Italia”, ha detto Salvini al ministro Ashour, secondo quanto riferito dallo stesso titolare del Viminale su Twitter. Nelle dichiarazioni alla stampa insieme a Maiteeq, Salvini ha sottolineato che la scelta della Libia per il primo viaggio all’estero da vicepresidente del Consiglio e da ministro non è casuale. “Ribadisco il mio impegno per chiedere durante il prossimo vertice a Bruxelles che l’Europa passi dalle parole ai fatti: l’Italia e la Libia non possono essere lasciate sole in tema di immigrazione. E’ necessario che siano protette le frontiere esterne dell’Europa ma che anche le frontiere esterne al sud della Libia vengano rinforzate”. Maiteeq, da parte sua, ha “respinto categoricamente la presenza di ogni campo per migranti in Libia: secondo la legge libica questo non è accettabile”. Il numero due del governo libico ha aggiunto che “l’Italia ha sostenuto la Libia e sta lavorando per combattere il terrorismo e portare stabilità: invitiamo tutti i partner europei a seguire l’esempio italiano a tal riguardo”. Maiteeq ha inoltre dichiarato come la partnership dei paesi europei con la Libia debba essere inquadrata “nell’ambito di un programma libico” solo ed esclusivamente attraverso il governo di accordo nazionale riconosciuto dalle Nazioni Unite. La Libia, ha aggiunto Maiteeq, organizzerà una conferenza sulle migrazioni illegali nel mese di settembre. “Abbiamo invitato gli italiani e i partner europei del Mediterraneo a una conferenza sulle migrazioni illegali nella prima parte del prossimo mese di settembre 2018”, ha detto il numero due del governo libico.