Di Beppe Pisa
È terminata con l’approdo nel porto di Valencia l’odissea in mare dei migranti dell’Aquarius. Dopo più di otto giorni nel Mediterraneo, a seguito della chiusura dei porti di Italia e Malta all’approdo della nave, gli oltre 600 Migranti sono sbarcati in Spagna. Ad accogliere il gruppo al porto, la scritta ‘Benvenuti a casa’ su un enorme striscione, in diverse lingue compreso l’arabo, ma non in italiano, e un dispositivo di oltre 2.300 persone fra personale sanitario, volontari e traduttori: mille i volontari della Croce rossa che distribuivano coperte, vestiti e kit igienici, 470 i traduttori. Canti di gioia e musica sono esplosi sul ponte della Aquarius all’arrivo, come si vede in un video pubblicato su Twitter dalla ong SOS Mediterranée, che con Medici senza frontiere (Msf) gestisce la nave stessa. I migranti sono giunti a bordo della Aquarius in convoglio con la nave Dattilo della Guarda costiera italiana e la nave militare italiana Orione: parte dei migranti, infatti, era stata trasbordata sulle due imbarcazioni italiane per rendere meno difficoltose le condizioni di viaggio quando, dopo il no del ministro dell’Interno Matteo Salvini e di Malta, è stato chiaro che la navigazione sarebbe durata ancora diversi giorni. Dopo il viaggio di circa 1.500 chilometri verso la Spagna, in cui i migranti hanno dovuto affrontare anche onde alte e forti venti, la prima ad arrivare nel porto di Valencia è stata alle 6.30 circa la Dattilo, con 274 persone a bordo; a seguire l’Aquarius, con 106 migranti a bordo, è arrivata intorno alle 10.30; per ultima è attraccata invece dopo le 13 la Orione, con 250 persone a bordo secondo il conteggio fornito da SOS Mediterranée. Le autorità di Valencia precisano che i passeggeri erano: 450 uomini, 80 donne (di cui almeno sette incinte), 89 adolescenti e 11 bambini sotto i 13 anni. Ventisei i Paesi di provenienza, fa sapere Msf; principalmente dall’Africa, ma anche da Afghanistan, Bangladesh e Pakistan. Parte dei migranti sarà accolta in Francia: sabato, infatti, il governo spagnolo ha fatto sapere di avere accettato l’offerta di Parigi di accogliere chi risponde ai criteri del diritto di asilo ed esprima il desiderio di andare in Francia. Ma il portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux, ha spiegato che è “impossibile” calcolare quanti migranti dell’Aquarius saranno accolti dalla Francia, che esaminerà la situazione “caso per caso”.
La denuncia di Medici senza frontiere e la stupida provocazione di Salvini contro la Spagna
“Anche se siamo sollevati per la fine di questo inutile viaggio, oggi non c’è proprio niente da festeggiare. Ci auguriamo che sia la prima e ultima volta che persone soccorse in mare, sopravvissute all’attraversamento del deserto e ad orribili violenze in Libia, si trasformino in moneta di scambio per un gioco politico tra stati europei”, ha commentato Medici senza frontiere tramite la sua presidente della sezione italiana, Claudia Lodesani. Ma Salvini ribadisce sulla sua linea e alla Spagna dice: “Ringrazio il governo spagnolo, ma mi auguro che ne accolga altri 66.629, e spero che arrivino anche i portoghesi e i maltesi”. Il caso Aquarius ha catalizzato profonde fratture all’interno dell’Unione europea sulla questione dell’immigrazione, che sarà al centro del Consiglio europeo dei prossimi 28 e 29 giugno. Almeno 32 sono i feriti sbarcati dalle navi di Migranti a Valencia, alle quali Roma aveva chiuso i porti. Ve ne sono – ha spiegato David Beversluis, dottore del team di Medici senza frontiere (Msf) che ha seguito personalmente la vicenda dall’inizio alla fine – “con ferite da ustioni, casi cronici e diversi con problemi ortopedici”. Nel sito di Msf Beversluis ha descritto come andarono i primi soccorsi: “Riportammo in vita persone che erano quasi annegate, in acuta crisi ipotermica. Organizzammo rapidamente docce calde per togliere il carburante e l’acqua salata che avevano sul copro prima di fornir loro abiti asciutti. Molti erano in acqua da oltre venti ore”. Nei giorni successivi, spiega ancora Beversluis, che, tra l’altro, insegna alla South Californian University, “abbiamo curato ferite da ustioni causate dal mix di carburante e acqua salata, e ancora casi di disidratazione, di stress e esaurimento, malattie croniche come il diabete e vecchie ferite che non avevano mai visto un medico nei mesi o negli anni in cui queste persone sono rimaste intrappolate in Libia”.
L’altra verità di MSF sulla insensibilità italiana verso i 630 migranti dell’Aquarius
Medici senza frontiere accusa l’Italia di aver volutamente ignorato che famiglie di migranti sarebbero state separate quando Roma propose alla ong di trasferire in una nave italiana sette donne incinte dall’Aquarius lo scorso fine settimana. “Spesso le autorità italiane sono sembrate insensibili – ha affermato Karline Kleijer – inizialmente avevano suggerito a MSF di trasferire le persone vulnerabili. Tuttavia, quando abbiamo fornito un elenco di quasi 200 persone, tra cui minori non accompagnati, malati e feriti, donne incinte e donne con bambini che viaggiavano da sole, hanno rifiutato. Le autorità italiane hanno quindi chiesto di trasferire solo le sette donne incinte, ma non hanno risposto alle preoccupazioni di Msf sulla separazione delle famiglie e sulla necessità per i mariti di accompagnare i loro partner in stato di gravidanza”. In una nota Msf ricorda, tra l’altro, che la vicenda ebbe inizio quando tra il 9 e 10 giugno, l’Aquarius aveva 220 persone bordo. Le altre 400, sottolinea la nota, furono “ricevute” da navi della Guardia Costiera italiana.
Salvini insiste: “non siamo gli zerbini d’Europa”. Infatti, si appresta a diventare il leader del gruppo di Visegrad
Battere i pugni sul tavolo paga. Il numero uno del Viminale ne è convinto ed è la strategia che sembra avere tutte le intenzioni di continuare a usare. La vicenda della Aquarius docet. “Per la prima volta una nave partita dalla Libia e destinata in Italia attracca in un Paese diverso: segno che qualcosa sta cambiando, non siamo più gli zerbini d’Europa”, twitta Salvini. E la linea è condivisa anche dall’ala più intransigente dei 5 Stelle, come il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, d’accordo sulla chiusura dei porti alle Ong, che parla di “un momento storico”. L’obiettivo di Salvini è chiaro: non il “mal comune mezzo gaudio” delle quote, “ma evitare che arrivino coloro che non hanno il diritto di arrivare”. Cioè hotspot, o meglio, “punti di accoglienza, identificazione e protezione” al di là del Mediterraneo. D’accordo anche il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. E poi una revisione dei fondi per l’Africa, spesso andati a governi corrotti e non agli africani. Il cavallo di battaglia dei flussi di migranti è destinato a fare da apripista a una strategia più ampia che il vicepremier vuole usare per trattare con Bruxelles e i partner europei. E tuttavia, Salvini, sempre in campagna elettorale, attacca nuovamente: “fino a poco tempo fa i nostri presidenti del Consiglio e ministri andavano a Bruxelles, Berlino, Parigi, Strasburgo col cappello in mano dicendo ‘Siamo l’Italia, avanza qualcosa per noi?’, e di solito ci dicevano ‘No, paga, taci e accogli’”. Per invertire la rotta, si comincia col non accogliere più.
Le reazioni a Salvini. Per Carla Nespolo, Anpi, “mette in atto politiche razziste, culla del fascismo”
“Matteo Salvini mette in atto politiche razziste. E queste, ce lo insegna la Storia, sono la culla del fascismo”. Così la presidente nazionale Anpi, Carla Nespolo, a Casale Monferrato per la decima edizione della festa provinciale dell’Associazione dei partigiani. “Salvini – prosegue Nespolo – dice di essere amico del premier ungherese Viktor Orban, lo stesso che poi alza muri, incrementando gli arrivi dalle nostre parti. Il ministro dell’Interno ha fatto una grande operazione di cultura di destra, forte di un’opinione pubblica spaventata e disorientata. Non dimentichiamoci, però, che esistono anche persone generose, pronte ad accogliere chi si trova in difficoltà. I problemi non possono essere scaricati su donne, bambini e persone indifese, ma affrontati a livello europeo. Se ne devono occupare i tavoli della politica e della diplomazia”.
Le reazioni. Papa Francesco: “assicurare protezione con umanità”
“Auspico che gli Stati coinvolti raggiungano un’intesa per assicurare con responsabilità e umanità assistenza e protezione”, afferma papa Francesco. Poi fa leva sulle singole coscienze, richiamando ognuno di noi a essere vicino a questi fratelli, “a trovare con loro un momento di incontro, a valorizzarne il contributo, perché possano inserirsi al meglio nelle comunità che li ricevono”. In questo rispetto reciproco e in questo appoggio, assicura il Papa, risiede “la soluzione a tanti problemi”. La vicenda dell’Aquarius “ha travolto le nostre coscienze e ci ha rialzati in piedi per accudire chi bussa alla porta del cuore e alla coscienza collettiva dei popoli e delle nazioni”, ha affermato l’arcivescovo di Valencia, il cardinale Antonio Cañizares, che giovedì scorso è stato ricevuto in udienza privata da Bergoglio in Vaticano. “È un appello alle persone di buona volontà e soprattutto alla coscienza umanitaria e cristiana”, precisa.