Tra qualche giorno il tribunale di Roma potrebbe decidere per l’archiviazione delle indagini sull’omicidio di Ilaria e Miran, come richiesto dalla procura durante l’ultima udienza del procedimento, l’8 giugno scorso. Quel giorno Luciana Alpi non era aula.
«Non voglio fare alcun commento, perché mi sono illusa troppe volte. Il giudice ha fissato una nuova udienza per la discussione e noi faremo di tutto perché questa inchiesta non finisca in archivio. Da troppo tempo siamo in attesa di una verità che non arriva. Andiamo avanti, anche se sono stanca», aveva detto dopo la prima udienza, il 17 aprile 2018, davanti al gip chiamato a discutere la richiesta di archiviazione.
In entrambe le occasione al suo fianco c’erano i rappresentanti dei giornalisti italiani e di numerose associazioni che con lei chiedevano di non lasciar cadere nell’oblio la vicenda dei due inviati uccisi in Somalia. In concomitanza delle due udienza, la Fnsi ha ritenuto doveroso essere fisicamente fuori dal tribunale per ribadire che ‘noi non archiviamo’ e per continuare a chiedere che si faccia verità e giustizia sulla sorte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Una richiesta che Federazione nazionale della Stampa italiana, Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Usigrai, Cdr del Tg3, Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione Stampa Romana, Articolo 21, Rete NoBavaglio, Libera, Libera Informazione, Legambiente, Associazione Amici di Roberto Morrione, Amnesty International Italia e tanti altri torneranno ad avanzare quando il gip convocherà la nuova udienza in cui potrebbe decidere di archiviare le indagini.