«La posizione di assoluta autonomia dell’Inpgi (vuoi rispetto alle associazioni di categoria, vuoi rispetto alle compagini associative che a vario titolo rappresentano i giornalisti italiani) ha reso quindi necessario, anche a tutela delle funzioni istituzionali rivestite dall’ente, l’avvio delle azioni giudiziarie dirette a tutelare l’immagine ed il decoro dell’Istituto a fronte dei molti articoli che, nel corso del tempo e con riferimento specifico alla vicenda Sopaf, hanno contribuito a diffondere informazioni mendaci con il solo scopo di minare la credibilità dell’ente», spiegano da via Nizza.
«Esiste – afferma la presidente Marina Macelloni – un confine tra la libertà di stampa e la libertà di diffamare: ogni giornalista sa che oltrepassare questo confine significa fare male il proprio mestiere. E proprio del rispetto di questo confine si è parlato tra l’altro pochi giorni fa con il presidente della Camera Roberto Fico nell’incontro con i vertici della categoria».
L’Inpgi, conclude la presidente Macelloni, «è un ente che ha una funzione istituzionale fondamentale: garantire il pagamento delle pensioni a 59mila iscritti. Proprio per tutelare l’ente, la sua funzione e tutti gli iscritti, due anni fa abbiamo deciso la costituzione di parte civile nel procedimento Sopaf certi che ne saremmo usciti a testa alta, come è stato. Queste azioni hanno anche l’obiettivo di ribadire che l’Inpgi è gestito in maniera corretta e trasparente e con la massima attenzione agli interessi dei suoi iscritti».
I giudizi, incardinati presso il competente Tribunale di Roma, saranno calendarizzati nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno.