«Chi in questi mesi ha continuato a chiedere di non archiviare le indagini relative all’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin non può che accogliere con soddisfazione la decisione del gip Andrea Fanelli di richiedere ulteriori accertamenti. In questo momento il primo pensiero va a Luciana Alpi, che sino alla fine si è sempre battuta per impedire che la vicenda di Ilaria e Miran cadesse nell’oblio», commentano Federazione nazionale della Stampa italiana, Ordine nazionale dei giornalisti e Usigrai.
«Ringraziamo – proseguono – quanti anche in questi giorni, a cominciare dal congresso dell’Usigrai, non hanno mai spento i riflettori e hanno continuato a illuminare una tragedia che rischiava di essere insabbiata. E grazie ai legali della famiglia per la loro tenacia. Nei prossimi giorni, promuoveremo un incontro con tutte le associazioni che hanno aderito alla campagna #NoiNonArchiviamo, Cdr del Tg3, Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione Stampa Romana, Articolo21, Rete NoBavaglio, Libera, Libera Informazione, Legambiente, Associazione Amici di Roberto Morrione, Amnesty International Italia, per continuare a chiedere fino alla fine: ‘Verità e giustizia per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin’. La Fnsi valuterà nelle prossime ore, d’intesa con i propri legali, la possibilità di costituirsi parte civile».
Il gip ha ordinato alla Procura di accertare, anzitutto, le ragioni del ritardo della trasmissione a Roma delle carte provenienti da Firenze concernenti una intercettazione tra cittadini somali e di sentire come persone informate sui fatti due di questi per capire «da chi è partito l’ordine di versare 40mila dollari all’avvocato Douglas Duale», difensore di Omar Hashi Hassan, unico imputato di questa vicenda prima condannato definitivamente a 26 anni di reclusione e poi assolto per non aver commesso il fatto nel processo di revisione a Perugia, e da chi è partita l’informazione «che Ilaria Alpi era stata uccisa da militari italiani».
Disposta anche l’audizione dello stesso penalista Duale «al fine di accertare se effettivamente gli sia stato corrisposto del denaro dal governo somalo o da altri soggetti per la difesa di Hashi e, in caso affermativo, quale fosse la ragione di tale elargizione». Da sentire, infine, «la fonte confidenziale citata nella relazione Sisde del 3 settembre 1997, previa nuova richiesta al direttore pro tempore in ordine all’attuale possibilità di rivelarne le generalità».