Prendi 3 e paghi 1. Fossimo un supermercato faremo pubblicità alla “tre giorni” di iniziative sui problemi del giornalismo con questo slogan. 1) un documentario e dibattito sulla necessità del giornalismo d’inchiesta e i rischi che corrono i colleghi che lo praticano; 2) un incontro a più voci sull’urgenza di correggere il linguaggio d’odio nei nostri pezzi; 3) un contributo concreto a Radio Popolare, una delle poche esperienze di giornalismo indipendente anche dai potentati economici.
Ma facciamo un po’ di ordine.
All’ex Ospedale Psichiatrico di Milano Paolo Pini, da venerdì 15 a domenica 17 giugno, Radio Popolare farà una festa per chiedere alla sua comunità di ascoltatori di continuare ad appoggiarla. Il trio formato da Articolo 21 Lombardia, Libera Informazione e Festival dei Diritti Umani ha pensato che fosse la sede giusta per continuare l’impegno a favore dei giornalisti che corrono pesanti rischi personali per garantire a tutti il diritto di conoscere: il 9 maggio abbiamo invitato Paolo Borrometi e Antonella Crippa a raccontare la loro costanza nel fare cronaca malgrado le minacce subite; venerdì 15 giugno faremo vedere il documentario di Carlo Bonini e Giuliano Foschini su Daphne Caruana Galizia. Dopo la proiezione ne discuteremo con Luciano Scalettari – che ha avuto i suoi problemi a raccontare i misteri sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin – e Stefania Prandi, giovane ricercatrice che ha affrontato un tema maledettamente attuale: il caporalato.
Domenica 17 cambiamo leggermente tiro: dalle 15.30 proveremo a raccontare perché il linguaggio che giornalisti e blogger scelgono di usare è un problema di democrazia. E’ acclarato che il discorso d’odio, soprattutto quando è così diffuso e capillare, genera conseguenze pratiche, dalle scelte elettorali a veri e propri atti di violenza contro i capri espiatori. Ed è altrettanto provato che l’hate-speech è spesso innescato da una bugia, un’esagerazione, una fake-news. Non prestarsi a questo sporco gioco è un dovere del giornalista e del blogger. Ma la realtà – purtroppo – è diversa. Ne parliamo alla festa di Radio Popolare perché è una delle 7 radio europee che ha scritto un codice di comportamento per i giornalisti e blogger. Un volume con poche e chiare linee guida, che non vuole certo scalzare i codici deontologici italiani, ma li Sul palco a parlare di fake-news come ferite alla democrazia ci sarà anche Laura Boldrini (che ha collezionato parecchie cicatrici con le minacce verbali ricevute), il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia Alessandro Galimberti e Anna Del Freo, che rappresenta l’Italia nella Federazione Europea dei Giornalisti. Particolarmente interessante la testimonianza che porterà Ferenk Vicsek, giornalista di una delle poche radio risparmiate dalla furia repressiva di Orban, Civil Radio di Budapest.