Sono un europeista convinto, ma così tanto, che vorrei vedere la federazione politica del vecchio continente, fino alla formazione degli Stati Uniti d’Europa. Non solo, ma penso – e questo mi crea critiche da molti amici – che se non ci fosse stata la vigilanza sui nostri conti della UE, ora il nostro debito pubblico sarebbe il doppio.
Ciò detto, non vedo in Savona il pericolo di una Italexit, ma l’opportunità di rimettere in discussione patti europei, spesso sbilanciati. C’è una strana discrasia nel giudizio degli osservatori politici: si vuole autonomia dal Capo del Governo nei confronti dei partiti che lo hanno proposto (giusto); ma si diffida di una maggiore autonomia del prossimo Ministro dell’Economia nei confronti della UE.
Io inviterei gli osservatori a concentrarsi invece sul recupero di credibilità dell’Italia, nel consesso europeo. Se davvero questo Governo combattesse seriamente corruzione ed evasione, recuperando le enormi somme che sottraggono allo Stato e conseguisse il plusvalore economico della legalità, eventuali “revisioni europee” sollecitate dal ministro dell’economia in pectore sarebbero contestualizzate in comportamenti nazionali virtuosi e strutturali, e quindi accettate.
Insomma, Savona non è un Savonarola.
Che sia lui l’ “eretico” che può aggravare la nostra crisi è un giudizio fuorviante. Formulato da chi non vede i veri temi che frenano il Paese.
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